Googlezilla ed Edge identificano in automatico le credenziali della gagneria, ottenute con la firma dei genitori di una liberatoria che scarica la scuola e la corporation Alphabet più o meno da ogni responsabilità, riconoscendo anzi il diritto della seconda di succhiare tutti i dati utili per il miglioramento dei propri servizi proprietari.
Le insegnanti hanno ognuna un proprio spazio fisso, in cui i bambini – piccoli ma non stupidi – si infiltrano per chiacchierare già abbondantemente prima dell’inizio della “lezione”.
E in quei minuti funziona tutto: video, audio, chat. Nessun “non ti sento”, “mi sentite?”, “non ti vedo” e così via.
L’orario è – ovviamente – ridotto alla metà: da 8 a 4 ore.
Saranno l’età e il caratteraccio, ma mi sfuggono alcuni passaggi:
a. possibile che in due anni solari e tre scolastici il solo miglioramento tecnologico sia stato il passaggio dalla lavagnetta di cucina con il gesso ad una consorella con pennarelli colorati (entrambe per altro presentate sfocate e tremolanti a una webcam a bassa definizione)?
b. più in generale, come viene impiegato il tempo non speso ex monitor?
c. possibile – ancora – che non sia venuto in mente a nessuno che lo spontaneo raccogliersi dei bimbi sia una risorsa? quello spazio di fidelizzazione operativa e culturale al capitalismo digitale di sorveglianza è disponibile 24 ore su 24: perché non organizzarci almeno ogni tanto qualche lavoro/gioco di gruppo?