Google ha rilasciato Chrome OS Flex, l’ennesimo tentativo di convertire vecchi PC Windows e Mac in simil – Chromebook, rimpiazzandone il sistema operativo.
Riconvertire vecchi PC delle scuole – sia fissi sia portatili, acquistati o donati… ma quanti rottami abbiamo nelle scuole? – rendendoli moderni e funzionali, adatti sia alla “didattica a distanza” sia a quella in laboratorio o in classe è un tormentone che ci portiamo dietro da 20 anni.
Per vedere se OS Flex può fare al caso nostro, abbiamo deciso di analizzare meglio di che si tratta.
Chrome OS è il sistema operativo che troviamo sui Chromebook, basato principalmente sul browser di Google: quindi è leggero e di immediaro utilizzo, anche se forse è un po’ limitato: si naviga, si controllano le e-mail, si producono documenti secondo l’immancabile “ufficio digitale”; e davvero poco altro.
Del resto proprio a causa di questi limiti i primi Chromebook non hanno mai avuto un gran successo; Google ha avuto però un’intuizione su come “migliorare l’esperienza dell’utente” – il leit motiv del marketing del capitalismo digitale – ed ha abilitato sui propri Chromebook le APP di Android, rendendoli finalmente davvero interessanti: essi, infatti, sono attualmente un perfetto ibrido tra un tablet e un notebook e hanno come punto di forza proprio questa dotazione software.
La scuola che usa Google Classroom ha anche la possibilità di gestire tutti questi dispositivi direttamente dalle impostazioni di Google Workspace, definendo quindi limiti, blocchi, autorizzazioni, protezioni, fitro delle ricerche: una scatola dei giochi in grado di far tripudiare il più guardingo dei sistemisti.
Quindi riattrezzare un “vecchio” laboratorio – non chiediamoci per carità perché sia rimasto vecchio! – con OS Flex dovrebbe voler dire avere un ambiente perfettamente integrato con gli account di Google, con Google Documents, Classroom e così via. Non dovremmo più gestire delle password (in sé del tutto inutili) per i PC e possiamo fare tutto con gli account di Google.
Fantastico! Siamo quasi pronti ad abbandonare la scuola nelle mani di Mountain View? Siamo rassegnati a diventare materia di sussunzione estrema e terreno di colonizzazione assoluta? Non proprio.
L’analisi ravvicinata, infatti, ci avvisa che rispetto a Chrome OS ci sono delle limitazioni: per esempio Chrome OS Flex non supporta le app Android o lo store Google Play…. Insomma: l’unica cosa che ci poteva davvero servire, è esclusa!!! Che ce ne facciamo di un PC con solo il browser? Perché niente APP? Davvero meglio il tablet acquistato con i buoni scuola del supermercato sotto casa!
Ma le difficoltà non finiscono qui:
- L’installazione di Google Chrome OS Flex richiede una chiavetta USB con 8 GB o più di spazio libero che può essere, però, generata solo da un Chromebook (quindi ne dobbiamo avere almeno uno);
- Flex non supporta le app Android e Google Play (la già sottolineata tragedia);
- i PC da riconvertire devono almeno avere 4 GB di RAM (niente computer davvero obsoleti);
- Chrome OS Flex funziona sulla maggior parte di dispositivi Intel e AMD, ma non supporta l’architettura ARM;
- veniamo gentilmente avvertiti che i modelli di scheda grafica (GPU) con qualche annetto sulle spalle non garantiscono prestazioni adeguate;
- per poter utilizzare il PC sono richiesti obbligatoriamente uno o più account Google, da gestire nel nostro Google Workspace.
Insomma parecchi limiti, niente software e tutte password… a cosa ci serve?
Perché mai – poi e tra l’altro – dovremmo installare il fratello impoverito di Android su un PC quando possiamo avere l’originale? Android X86 è il porting Open Source del sistema operativo di bigG che ha le App Android e Google Play più tutte le funzionalità che ci servono per lavorare sia senza account sia, se lo vogliamo, con un’utenza di Google Classroom, tanto per partecipare con i nostri dati all’estrazione di valore planetaria in corso. Tra l’altro Android x86 funziona molto bene su PC davvero obsoleti, perfino meglio di Linux!
Tutte le Smart TV, le nuove LIM Digital Board e addirittura il nuovo Windows 11 sono in grado di eseguire le APP di Android, che comprendono numerosi ambienti con valenza didattica, dalla prescuola all’università, invece non più – o mai – concepite sia per Linux sia per Windows “tradizionale”. Perché quindi dovremmo rinunciare a queste opportunità proprio sui PC della scuola?
Non dimentichiamoci infine di Windows FX, una versione speciale di Linux che è in grado di far girare sia le APP del Playstore di Android sia i Software di Windows e che presenta l’interfaccia di Windows 11. Windows FX è disponibile anche per processori ARM e funziona bene sul Raspberry PI.
Per dimostrare la nostra totale e riconoscente devozione a Google scegliamo almeno le alternative migliori.
Dario Zucchini e Marco Guastavigna – febbraio 2022