Un gruppo di ricercatori legati a Mckinsey ha svolto una ricerca molto approfondita sui fattori che determinano il successo o il fallimento di un’azienda produttrice di software…
|
Un gruppo di ricercatori legati a Mckinsey ha svolto una ricerca molto approfondita sui fattori che determinano il successo o il fallimento di un’azienda produttrice di software. Il lavoro, con interviste a 450 dirigenti di 100 aziende in 16 paesi diversi, è durato un anno e mezzo ed è stato pubblicato da Harvard business school press nel 1999.
Ancora attuale, l’opera si sviluppa su tre piani diversi: i dati statistici risultanti dai questionari e dai colloqui svolti, i racconti e le interviste su alcuni aspetti del mondo informatico, con episodi che a volte risultano un po’ curiosi per un lettore europeo, e una ricostruzione sintetica ma precisa della storia dell’industria del software, dalla nascita, fatta risalire all’avviamento del progetto di difesa aerea Sage, nel 1949, fino ai giorni nostri.
Il libro esamina anche molti casi ormai storici, quali il successo di Oracle tra il 1986 e il 1997,con l’aumento del proprio valore di 130 volte, o gli errori commessi da Wordperfect nei confronti di Word, e comprende una rapida rassegna di alcune realtà di punta in India e in Israele.
L’industria del software viene esaminata considerando tre segmenti ben distinti e caratterizzati da esigenze spesso diverse tra loro: quello dei servizi software professionali, quello delle soluzioni aziendali e quello dei pacchetti software di largo consumo. Rispetto a quest’ultimo, gli autori danno relativamente poco spazio al colosso di Bill Gates, la cui strategia è già stata esaminata in un libro del 1996 di M. A. Cusumano e R.W. Selby intitolato Microsoft secrets (tradotto in italiano da Etas libri con il titolo Codice Microsoft, nel 1998).
Il primo segreto per il successo di un’azienda è il disporre di una buona leadership; in questo, il libro forse alimenta un po’ troppo il mito americano del leader carismatico ed eccezionale.
Segue la capacità di creare gruppi di lavoro bene affiatati, allestiti grazie a oculate campagne di reclutamento. Se ben gestito, l’elevato turn over esistente nel settore può rivelarsi un vantaggio competitivo, con la possibilità di selezionare risorse di valore e caratterizzato da idee innovative.
Un terzo elemento importante, sempre secondo questi ricercatori, è la capacità di valutare correttamente le possibilità di ritardi e di fallimenti durante la realizzazione di un progetto. I progetti informatici avviati nel 1995 negli Stati Uniti non sono stati completati nei termini previsti nell’84% dei casi, mentre il 30% del totale dei progetti sono stati annullati prima del loro completamento. Servono quindi un’organizzazione aziendale molto più attenta, una migliore programmazione dei tempi e dei costi, e l’adozione di tecniche per la correzione degli errori.
Grande enfasi viene data dagli autori anche al marketing, giudicato indispensabile soprattutto nel segmento dei pacchetti software di largo consumo, dove vige la “legge dei profitti crescenti”, enunciata da Brian Arthur dell’Università di Stanford, secondo la quale più clienti si hanno e più se ne acquisiscono.
Un ultimo elemento essenziale, cresciuto di importanza negli ultimi anni, è il partnering. Le partnership devono essere particolarmente curate, con investimenti nella formazione dei propri alleati e con la creazione di reti di collaborazione sempre più ampie, dove la concorrenza e la cooperazione ormai sono due aspetti di uno stesso rapporto che tendono a confondersi tra di loro.
I diversi elementi strategici hanno priorità e pesi differenti nei tre segmenti individuati. Per i servizi professionali, dove la concorrenza e la globalizzazione del mercato sono minori, l’affermazione di un’azienda dipende molto dalla fiducia che si riesce a ottenere dai clienti; in questo caso. immagine e interazioni con i clienti sono i fattori più importanti, da curare anche con la creazione di comunità virtuali miste. Nel segmento dei servizi professionali il punto chiave è invece il partnering, mentre per i pacchetti di largo consumo il primo posto per importanza spetta al marketing.
Il difetto di questo lavoro, forse, è un eccessivo peso dato agli ambienti e alla cultura statunitensi; questo squilibrio, tuttavia, è quello esistente nel mondo produttivo di oggi. Gli americani, specifica il libro nella parte finale, investono in software e in servizi più del doppio di tutti gli altri paesi considerati complessivamente.