Mentre l’Italia sonnecchia, sui blog e sui siti americani dedicati all’educazione e alle nuove tecnologie c’è un argomento che nelle ultime settimane è al centro dei commenti. Ed è scottante: le false promesse della tecnologia a scuola.
Tutto è partito dall’ultimo libro pubblicato da Todd Oppenheimer, giornalista che già nel ’97 aveva pubblicato sull’Atlantic Monthly un lungo articolo sulla “illusione dei computer”.
La nuova fatica di Oppenheimer si intitola “The flickering mind: the false promise of technology in the classroom” e già il titolo lascia intendere qual è la tesi sostenuta dal giornalista: i computer non hanno salvato la scuola. Valutando gli effetti delle nuove tecnologie sull’istruzione pubblica, Oppenheimer afferma che mettere i computer nelle classi e cercare di mantenere le scuole attrezzate con gli strumenti tecnologici più avanzati è stata semplicemente una perdita di tempo.
E’ vero che alcune scuole hanno sperimentato soluzioni tecnologiche che hanno avuto successo, ammette l’autore, che sottolinea però come i risultati raggiunti dipendano soprattutto dall’entusiasmo e dalla devozione dei singoli insegnanti.
“A questo stadio iniziale della storia dei personal computer – scrive – la tecnologia è troppo complessa e soggetta ad errori per essere integrata senza problemi nelle classi. Mentre il business della tecnologia è creativamente frenetico, le scuole pubbliche a corto di finanziamenti non possono permettersi di stare al passo con le innovazioni”.
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Pubblicato su: Sophialunedì 27 ottobre 2003