A partire dagli anni ’60 in Italia si sviluppò un interesse rivolto alle nuove tecnologie didattiche. Nel 1967 negli Istituti Tecnici nacquero i primi indirizzi rivolti all’Informatica. Dopo questo primo prudente avvio istituzionale, solo durante gli anni ’80 presero avvio progetti di alfabetizzazione informatica, attraverso le iniziative del Ministero della Pubblica Istruzione rivolte alla diffusione delle nuove tecnologie e all’utilizzo degli elaboratori nella didattica, le quali però furono per un lungo periodo a carico di enti locali o associazioni, supportate con sovvenzioni finalizzate allo sviluppo di programmi sperimentali. Nel 1985/86 venne varato il Primo Piano Nazionale per l’Informatica, finalizzato all’utilizzo dell’insegnamento dell’informatica nei curricola di matematica e fisica. Il piano fu attuato attraverso la formazione di formatori e il coinvolgimento sia di “docenti” che “di presidi delle scuole denominate “di base” e coinvolse circa 10.000 docenti. A partire dal piano d’azione per l’anno scolastico 1991-92 veniva sottolineato l’interesse da parte del Ministero di estendere l’utilizzo dell’informatica anche all’insegnamento delle discipline dell’area linguistica.
Dalla seconda metà degli anni ’90 il Ministero della Pubblica Istruzione decise di trovare una risposta soddisfacente alla veloce evoluzione socio culturale in corso nel mondo e nel nostro paese, e il sistema scolastico italiano venne messo in discussione a partire da una riconsiderazione dei propri obbiettivi e dei processi formativi utilizzati sino a quel momento…
di Barbara Costamagna