La valutazione dei processi di apprendimento è un problema di fronte al quale si infrange il parallelismo semplicistico scuola-impresa. Le esigenze di fondo possono essere a buon diritto le medesime: assicurare un servizio di qualità, ottenere informazioni di monitoraggio in itinere, individuare lacune e incentivare professionalità e impegno dei soggetti a vario titolo coinvolti . Ogni soluzione proposta non pare tuttavia convincente. D’altro canto, è intuitivo come un sistema di formazione debba per evolversi confrontarsi con se stesso, comprendere i propri meccanismi di autoregolazione, riflettere sull’adeguatezza di obiettivi e metodologie, prevedere modificazioni in relazione a costi e benefici. Allora perché la questione della valutazione pare una matassa così intricata? Perché sembra sollevare pregiudizi tanto profondi? Quali sono i rischi più temuti?
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Eleonora Panto