Al Wem di Lisbona si parlerà di e-learning per i dipendenti

Pubblicato su La Stampa Web sabato 11 maggio 2002

Il «mercato dell’educazione», che detto così suona male ma in realtà comprende tutto ciò che tratta di scuola, apprendimento, istruzione e aggiornamento professionale, si prepara al prossimo World Education Market , che si terrà a Lisbona tra il 21 e il 24 maggio.

L’e-learning, cioè l’apprendimento elettronico, è una tecnologia attraente, ma stenta a trovare spazio di mercato, mentre i bisogni ai quali dovrebbe rispondere sono sempre più sentiti.

Le principali tendenze di cui si parlerà al Wem? I sistemi di apprendimento in evoluzione per essere accessibili in ogni momento e da ogni luogo; le nuove tecnologie diffuse che portano un enorme potenziale di innovazione nei metodi educativi; la rinascita del senso di responsabilità pubblico verso l’educazione; l’interattività che diventa basilare per un ambiente di apprendimento; le scienze cognitive, sempre più utilizzate per migliorare il processo di insegnamento; gli sforzi per migliorare il contenuto dei corsi e per trovare un modello di business adeguato a pagarli; l’approccio educativo non è più focalizzato sui docenti ma sulle esigenze di chi deve imparare.

Secondo la società di ricerche Idc, il mercato globale dell’e-learning supererà i 23 miliardi di dollari entro il 2004, con un tasso di crescita del 70 per cento all’anno. E entro il 2003 alla Idc prevedono che i corsi online non-informatici arriveranno a rappresentare circa il 50 per cento (ora la maggioranza è di informatica). Inevitabilmente, è in atto una razionalizzazione del mercato e un consolidamento, che implica la sparizione degli operatori più deboli.

Quando si parla di e-learning si parla non solo di scuole e università sul Web, frequentabili a distanza, ma di corsi online per l’aggiornamento professionale a costi molto vantaggiosi per le aziende. L’e-learning permette di ottimizzare il tempo per la formazione ed è per questo che le società americane scommettono sulla quella a distanza (Europa e Giappone seguono a ruota): i corsi di aggiornamento si possono frequentare nella propria sede di lavoro, collegati a università aziendali. Oppure alle più tradizionali università accademiche. Per chi paga i corsi, la creazione di strutture scolastiche virtuali, in bit, implica costi notevolmente inferiori rispetto all’istruzione tradizionale.

Leggi tutto l’articolo

Pubblicato su sabato 11 maggio 2002



Pubblicato su Pubblicato su: