La storia del computer è iniziata con una collaborazione tra un uomo e una donna, eppure oggi quello delle nuove tecnologie è un mondo al maschile. E’ iniziata con questa riflessione la presentazione di uno studio commissionato dal Cnel su “Donne, Ict, innovazione – La trasformazione silenziosa”.
Serena Dinelli, esperta del Forum per la tecnologia della trasformazione (Fti), l’associazione Onlus che ha svolto la ricerca, ha raccontato: “Se non fosse stato per la collaborazione che il padre del computer, Charles Babbage, ha avuto da Ada Byron Lovelace, lo sviluppo dei software sarebbe stato più lento. Eppure nel momento in cui le nuove tecnologie hanno conquistato il mondo, le donne ne sono state escluse”.
E’ un dato di fatto, ma ora in Italia si vuole vedere a che punto è la rincorsa che le donne stanno compiendo per affermarsi anche nell’ambito delle nuove tecnologie e lo studio del Fti rivela un mondo in fermento, sommerso, nel quale ciò che impera è soprattutto il silenzio.
Quando gli autori, Serena Dinelli e il presidente dell’Fti Giorgio Pacifici, hanno incominciato la ricerca sul web e negli archivi tradizionali per capire qual è lo stato attuale del rapporto tra donne e nuove tecnologie, hanno dovuto fare i conti innanzitutto con la frammentarietà delle informazioni. I pochi dati a disposizione spesso non facevano distinzione di genere tra fruitori di nuove tecnologie, se c’erano studi specifici non erano pubblicati.
La ricerca, ristretta a documenti pubblicati in lingua italiana dal 2000 al maggio 2003 ha testimoniato però una convinzione diffusa: c’è ancora un divario notevole nell’utilizzo delle nuove tecnologie tra uomini e donne, ma l’ingresso femminile nel mondo dell’Ict è imponente.
Pubblicato su: La repubblicagiovedì 18 marzo 2004