Dopo due anni che scrivo in “solitudineâ€? su “INCROCIâ€? ecco che con il blog compaiono i primi messaggi in bottiglia che affiorano dal mare della Rete…una bella emozione. Vi ringrazio.
Mi piacerebbe sapere da Giulio in quale contesto didattico ha utilizzato i miei articoli e, ovviamente, quali sono le sue considerazioni.
A proposito di ciò, mi aggancio anche a quanto scritto da Paola per comunicarvi che i miei articoli in rubrica sono in via di rielaborazione e man mano segnalerò, sulla home page del sito e in questo blog, quando le diverse sezioni saranno riorganizzate. Per ora vi propongo di avviare il confronto sull’incrocio tra TIC e processi di apprendimento iniziando da uno dei nodi centrali: l’utilizzo dell’immagine in movimento e del video interattivo. Le sfaccettature teoriche sono molteplici, dall’affermarsi della postmodernità agli esiti del socio-costruttivismo, e le ricadute didattiche altrettanto variegate. Ho raccolto attività e riflessioni – generate anche all’interno della rete “Dscholaâ€? – nella sezione della rubrica dedicata a “TIC E IMMAGINI IN MOVIMENTOâ€?. Mi piacerebbe continuare uno scambio su questi argomenti, raccogliendo i vostri pensieri e le vostre esperienze.
Laura Casulli
Cara Laura, il “contesto didattico” più recente è questo:
insegno Lettere nel primo biennio della scuola alberghiera, ma sono anche abilitato in Filosofia… Sarà per questo, forse, che i ragazzi (e, per fortuna, non solo i miei alievi) mi chiedono ogni tanto qualcosa da leggere “di filosofia”.
Ma io, che devo fare?
Proporre brani di filosofia anche bellissimi (pensiamo al mito della caverna di Platone, per esempio) ma completamente decontestualizzati non è così facile
(posso mica spiegare Platone in pillole durante l’intervallo, anche se sarebbe molto “alla Socrate”… E a lezione, adotto uno “stile filosofico” che mira a formare una mentalità aperta e problematica ecc., ma non posso certo buttarmi sulla storia della filosofia).
Quindi, finisce che non propongo niente
(penso: meglio lasciare un desiderio culturale inappagato – se è veramente un bisogno, potrà sbocciare anche nel futuro – che ammazzarlo nella culla con delle proposte “pallose” e fuori misura).
A proposito, chiedo consigli e proposte di letture “filosofiche” per i ragazzi NON da liceo, a te e a chi mi leggerà . Niente americanate, se possibile.
Comunque, recentemente un’allieva mi ha chiesto qualcosa e io, stavolta, le ho stampato il tuo “Gandhi postmoderno”, del quale se vorrete potremo parlare.
Diciamo: mi era sembrato che lo stile fosse complesso ma abbordabile, anzi forse anche coinvolgente per l’allieva (questa era la scommessa che facevo); inoltre, era mia convinzione che gli argomenti discussi nell’articolo non potessero che riguardare i ragazzi (sia pure per via indiretta, nella stessa maniera in cui Croce affermava che “non possiamo non dirci cristiani”: i ragazzi sono intrinsecamente “già ” postmoderni, vivono le tecnologie e non solo ne fruiscono ecc.).
“Gandhi postmoderno” è stato letto ed è piaciuto. Peccato che la scuola stia finendo, perché mi sarebbe piaciuto vedere se nasceva qualcosa e, soprattutto, se si sviluppava un passaparola…
Ciao da Giulio
Caro Giulio,
leggendo qua e là mi sono sentita affine alla tua anima. Ho sentito l’improrogabile impulso di “apprustarmi” prona dinnanzi a questo gelido schermo che però ci invita alla comunicazione, non di corpi ma di spiriti.
Vorrei conoscere il tuo pensiero filosofico sulle donne. Io penso, dunque sono!