Negli anni ‘90 i marchi italiani della “New Economy” volavano in Borsa. Oggi sono quasi tutti falliti. Ma i loro inventori sono stra-ricchi, grazie a un gigantesco passaggio di denaro – miliardi di euro – dalle tasche di molti a quelle di pochi.
Trascorso un decennio, “Il Fatto Quotidiano” fa un bilancio di questa avventura: la new economy italiana si è risolta in una collana di fallimenti e, mentre nel mondo si sono consolidate realtà immense come Google o Facebook, gli imprenditori italiani che in quegli anni hanno fatto più soldi si sono convertiti alla restaurazione analogica.
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