L’ultima tornata di classi 2.0 del Piemonte partirà a settembre 2014, in ritardo di un anno rispetto a qualche altra regione, ma con le tecnologie più mature e aggiornate. Il 2014 ha, infatti, portato almeno due novità per cui valeva la pena aspettare: i PC convertibili che hanno preso il posto dei netbook (di cui si parla in questo post) e le stampanti 3D.
Fino allo scorso anno le stampanti 3D erano prodotti altamente professionali o kit di montaggio non alla portata di tutte le scuole. Oggi il discorso è molto diverso: sul mercato è finalmente possibile trovare stampanti 3D pronte all’uso destinate alla larga distribuzione. Per una scuola è ora possibile scegliere se prendere un kit per risparmiare ma cimentarsi con procedure di acquisto e e assemblaggio non alla portata di tutti o comperare una stampante pronta per essere messa in classe, con in più tutti i requisiti di sicurezza del caso.
Il primo prodotto a comparire sugli scaffali dei supermercati è la Hamlet HP3DX100, una stampante che è in grado di realizzare veri e propri oggetti tridimensionali in plastica progettati dai nostri allievi o scaricati tra gli innumerevoli modelli presenti su internet. La materia prima è un filo di plastica colorata che viene fuso a strati fino a creare il pezzo finito. Il procedimento di stampa è assolutamente identico alle stampanti in kit di montaggio ma questo modello ha in più uno sportello di sicurezza che tiene fuori le manine più curiose dal processo di stampa (che comunque non è particolarmente pericoloso).
Per la modellazione di oggetti 3D si possono usare i software (anche gratuiti) in grado di esportare nel formato STL. Tra questi software molto efficace è Blender che Dschola, la rete ENIS, la Fondazione Ultramundum e L’ITI Majorana avevano già proposto alle scuole nel 2005 con un corso online finanziato dal MIUR a cui avevano partecipato docenti di tutta Italia e di tutti gli ordini di scuole. Anche se i tutorial in rete non mancano, se volete i materiali del vecchio corso li trovate qui
Il prezzo di acquisto di circa 1300 euro è alla portata delle classi 2.0 e, a questo budget, vanno aggiunti i rocchetti di filo di plastica dal costo di 50 euro l’uno. Se vogliamo un kit completo il prezzo si dimezza, se usiamo pezzi di recupero si scende fino a 350 euro (il budget di due studenti del Majorana che quest’anno presentano la stampante 3D all’esame di stato)
Lo scorso anno le periferiche più innovative erano le stampanti WiFi/AirPrint e i proiettori con il Miracast/Airplay funzioni comodissime ma niente di veramente inedito, oggi possiamo con una nuova periferica cambiare le prospettive dei nostri studenti per trasformarli in creativi. La rivoluzione maker è semplice: mezzi di produzione e know-how a disposizione di tutti, software open source e tecnologie a basso costo; possibilità di lavorare su piccola scala dal prototipo al prodotto finito. Se aggiungiamo questi semplici ingredienti agli “antichi” e sempre nuovi Tablet PC ci ritroveremo con le nostre Classi 2.0 magicamente trasformate in piccoli FabLab e la quarta rivoluzione industriale sarà un gioco da ragazzi…
To boldly go where no man has gone before
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