Alla Camera dei Deputati il 10 luglio è stata annunciata l’attivazione della prima serie di hot-spot che copriranno per adesso Transatlantico e cortile, ed è già stata prevista copertura dell’aula, che inserirebbe la Camera tra i primi parlamenti del mondo coperti da una rete wifi.
Inoltre, grazie ad una convenzione, a tutti parlamentari saranno forniti nuovi cellulari PDA prodotti da HTC con incorporato il sistema anti-intercettazione prodotto dalla Caspertech.
Ai politici il wi-fi ed il telefonino anti intercettazioni, mentre ai cittadini la Legge Gasparri, il Decreto Pisanu e le contestate licenze Wi-Max che impediscono, in più modi, lo sviluppo di reti wireless gratuite, libere e senza intercettazioni.
Benvenuti nel digital divide 2.0 😉
Il “Codice delle Comunicazioni Elettroniche” meglio noto come “Legge Gasparri” stabilisce che le tecnologie wireless, ed in particolare le IEEE 802.11a/b/g, meglio note con il nome commerciale di “WiFi”, possano essere usate solo in ambienti privati, e non devono essere utilizzate od anche solo attraversare suolo pubblico. Inoltre per fornire accesso commerciale a terzi è necessario essere a tutti gli effetti degli ISP, con adempimenti e costi impossibili od improponibili per un privato.
Il decreto Pisanu (Pacchetto sulla sicurezza), in nome della lotta al terrorismo, obbliga i fornitori di connettività alla conservazione obbligatoria dei dati di “traffico telematico”, e all’identificazione di chi si connette alla rete.
La possibilità di poter destinare le frequenze necessarie alla tecnologia Wi-Max ad un uso LIBERO senza scopo di lucro non è stata inizialmente presa in considerazione dai Ministeri delle Comunicazioni e della Difesa tanto che esiste una petizione on line per liberare il Wi-Max dal monopolio delle telecom: http://www.wimaxlibero.org/ Il 26 giugno 2007, le prime 101980 adesioni alla petizione sono state inviate al Ministero delle Comunicazioni.
Per approfondimenti:
http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2037753
Sempre in tema petizione WiMax e digital-divide imperante, segnalo che in data odierna la stessa petizione é stata inviata anche alla Comunità Europea, all’attenzione del Commissario Viviane Reding, responsabile degli uffici Società dell’Informazione e Media”. E’ stato esplicitamente richiesto un intervento nei confronti del nostro Ministero delle Comunicazioni che ha fin’ora totalmente ignorato l’iniziativa.
Cordialità .