Come molti sanno, è in via di installazione Windows 11. Tra le novità, la possibilità di utilizzare – chissà perché… – roba del mondo Android. Ed ecco che, come se niente fosse, c’è chi dà del tutto serenamente indicazioni per aggirare le identificazioni previste.
Del resto, il consumo compulsivo a fini di cazzeggio con fornitura ai gestori del servizio di dati falsi è alla base dell’uso di Facebook, WhatsApp, Tik-Tok e via (de)socializzando prima della soglia di età minima prevista dalle norme vigenti. Che qualcuno considera una pratica di libertà.
Che tristezza!