Confesso di aver scoperto ‘sto accrocco per caso. Anzi, per merito del mio pedinatore tascabile, che mi ha notificato la comparsa dell’articolo richiamato.
Sollecitato dal mio narcisismo consapevole e un po’ invidioso, ho letto con maraviglia. E latente venerazione per il Guru firmatario.
Ho così scoperto che la possibilità di attuare questa trasformazione ontologica nel nostro Paradiso digitale ci è concessa da un sacco di tempo.
E che consente – udite! udite”- addirittura di ricercare in modo facilitato le applet, “cioè tutti quei sottoprogrammi che consentono di modificare le impostazioni di Windows”.
La conseguente liturgia si fonda su di un lessico decisamente accattivante: “controllo”, “parametri avanzati”. “sistema”.
Per non parlare dell’interdizione ai semplici utenti umani. Quelli che non hanno “familiarità” e “conoscenza certa”.
Ovviamente, se si sbaglia l’approccio con le “parti sensibili”, si rischia il caos.
Lo scopo di tutto questo? Mica l’ho capito: del resto non sono un esperto di teleologia 4.0.