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L’INIZIATIVA AD ANCONA:

Vedere i propri compagni mentre sono in classe, chiacchierare con loro, fare i compiti in équipe, guardare ciò che viene scritto alla lavagna, seguire le lezioni di matematica o italiano, geografia o inglese. Impossibile – fino ad ora – se si &#

Vedere i propri compagni mentre sono in classe, chiacchierare con loro, fare i compiti in équipe, guardare ciò che viene scritto alla lavagna, seguire le lezioni di matematica o italiano, geografia o inglese. Impossibile – fino ad ora – se si è in ospedale.

La tecnologia ha annullato questo muro, che spesso crea anche traumi psicologici e costituisce una barriera terapeutica: essere ricoverati in day hospital o per un lungo periodo non significherà più perdere il contatto con gli amici e i professori, sentendosi così soli e tristi.

Accade ad Ancona, dove si sta sperimentando un servizio di videocomunicazione tra l’ospedale materno-infantile ad alta specializzazione «Salesi» e le scuole medie «Pascoli», sempre nella città marchigiana.Il piccolo paziente potrà seguire in diretta ciò che avviene nell’aula della scuola, partecipare virtualmente alle lezioni, usufruire dei laboratori e delle varie attività didattiche.

L’iniziativa – battezzata «Una scuola per amico» – è frutto di un impegno tra pubblico e privato (l’ospedale, le scuole medie, il Comune, la Telecom Italia, che ha fornito le linee Isdn, e la Aethra, società di telecomunicazioni che ha messo a disposizione le soluzioni più innovative per la videocomunicazione).

Nell’ospedale già esisteva una scuola interna, ma solo per i degenti delle elementari (con insegnanti distaccati da un istituto comprensivo), mentre non era ancora stato attivato il servizio di lezioni in corsia per i «colleghi» delle medie. A collegare l’istituto con il «Salesi» sarà un televisore collegato a un sistema informatico con telecamera, in grado di spostarsi e inquadrare chi sta parlando.

Gli obiettivi di questa iniziativa sono innovativi e vanno nella direzione di far sentire a proprio agio i piccoli degenti, in un progetto di umanizzazione, così come già avviene con la terapia con i clown. Inizialmente, le lezioni virtuali saranno soltanto alla media di Ancona, ma l’impegno è di allargare il servizio anche in altre città, visto il bacino di provenienza dei pazienti (arrivano, infatti, da diverse Regioni). I ragazzi potranno così non interrompere il percorso didattico e continuare a socializzare con i compagni.

Per i collegamenti è stato scelto il televisore, il sistema più «familiare» per un ragazzo (e non solo). Lo schermo è diviso in due parti: l’immagine del paziente e quella dei «colleghi» al lavoro nella media «Salesi» ad Ancona. Oltre alla tv c’è il sistema «Vega 2» (fornito dalla società Aethra), un computer e la rete Isdn.

Le immagini, così come il sonoro, hanno una buona risoluzione e sono di alta qualità per consentire l’effetto presenza e di «avvicinamento» virtuale. La postazione è mobile per poterla spostare in base alle esigenze.

L’ospedale non è ancora stato completamente cablato e così sono stati attrezzati tre locali: una sala d’attesa, una della divisione di onco-ematologia e una stanza polifunzionale.

Dopo la fase sperimentale e la pausa estiva, da settembre si cimincerà in grande stile. La prima valutazione sarà accertare l’impatto psicologico del servizio e verificare se è maggiormente indicato ai lungodegenti o ai piccoli frequentatori dei day hospital.

«Tutor» dell’iniziativa sono alcuni ragazzi della media che, con l’aiuto di un team di psicologi, sono stati formati appositamente per questo servizio, compresa la gestione tecnica dei collegamenti in videoconferenza.

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