Scuole italiane sotto esame, dalle materne alle superiori. Il 15 marzo partirà la prima esperienza nazionale di valutazione dell’efficacia della didattica e dell’efficienza organizzativa. Il test riguarderà 2 mila
500 istituti su un totale di 10 mila. Intanto al ministero dell’Istruzione si sta mettendo a punto il testo della legge di riforma della scuola.
Quasi certa la durata quinquennale dei licei, con l’ultimo propedeutico all’università. Il discorso è ancora aperto sull’inizio facoltativo della scuola a cinque anni e mezzo invece che a sei. La proposta, dopo il vaglio dei
sindacati, potrebbe essere presentata in uno dei prossimi consigli dei ministri, forse addirittura domani.
VALUTAZIONE – Tra due mesi partirà il progetto-pilota di valutazione delle scuole messo a punto dalla commissione ministeriale presieduta dal professor
Giacomo Elias. Si tratta di un primo esperimento che servirà alla preparazione di un sistema nazionale. «Siamo entrati nella fase operativa. A
giorni – ha spiegato Elias – sarà inviata a tutte le scuole che parteciperanno al progetto, circa 2.500, una lettera nella quale si richiedono una serie di informazioni relative, tra l’altro, al grado di informatizzazione degli istituti. Sulla base di tali informazioni, il ministero deciderà se operare utilizzando questionari a supporto elettronico oppure cartaceo». Le prove negli istituti dovrebbero svolgersi tra il 15 marzo e il 15 aprile.
LE PROVE – Il progetto pilota comprende due momenti distinti di valutazione. E’ previsto un questionario a risposta multipla per saggiare le competenze di italiano e matematica. I test saranno calibrati per ogni ordine di scuola (elementari, medie e superiori). Le prove saranno effettuate nelle quinte elementari, terze medie e al secondo anno delle superiori. Tutti i questionari perverranno quindi ad un centro di raccolta per la
rielaborazione. La scelta del questionario in questa fase è stata dettata dalla necessità di avere risposte in tempi rapidi, ma in futuro non sono esclusi altri tipi di prova. Il secondo momento di verifica riguarderà
l’efficienza organizzativa della scuola. Ogni istituto, dalle materne alle superiori, dovrà compilare un questionario riguardante l’offerta formativa: corsi di recupero, attività integrative, laboratori, lingue straniere e via dicendo.
LA RIFORMA – Un’ipotesi di riforma, frutto di una mediazione tra i partiti della maggioranza, sarà sottoposta oggi ai sindacati e ai rappresentanti delle Regioni che, dopo la riforma della Costituzione, hanno acquisito significativi poteri in materia di formazione e istruzione. Tra le forze politiche esistono dei distinguo, ma nessuna divergenza appare così profonda da bloccare il percorso della riforma. Riassumiamo gli aspetti principali. I licei dureranno cinque anni e non quattro, come prevedeva la commissione Bertagna. L’ultimo anno dovrebbe prevedere dei collegamenti con le università. I bambini potranno frequentare il primo anno di materna a due anni e mezzo invece che a tre anni. E di conseguenza sarà possibile iniziare il percorso scolastico a cinque anni e mezzo invece che a sei. Si
tratterebbe, però, di una possibilità offerta alle famiglie e non di un obbligo. Quale sarà il giudizio dei sindacati? Se oggi daranno il segnale verde, l’ipotesi si potrebbe trasformare quasi subito in un disegno di legge.
Giulio Benedetti
Tratto da giovedì 10 gennaio 2002