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I periti danno l´allarme «Non vogliamo sparire»

Pubblicato su La Stampa – Ed. di Torino 14 marzo 2002


L´Istruzione tecnica industriale cancellata dalla riforma


I presidi degli Itis: «La prevista trasformazione in liceo tecnologico cancellerà una figura sempre molto richiesta dal mondo del lavoro»

Smantellare ciò che oggi dà risultati per fare un salto nel buio. Sul fronte dell´istruzione tecnica industriale, la riforma Moratti pare procedere in questo modo con la trasformazione dell´Itis in liceo tecnologico e con la cancellazione della figura del perito che oggi risponde al 70% delle richieste del mondo produttivo.


Queste sono, in sintesi, le convinzioni emerse ieri mattina al cinema Etoile, nella Conferenza provinciale degli Istituti tecnici Industriali, promossa dall´assessore al Sistema Educativo e Formativo della Provincia, Gianni Oliva. Sull´onda delle richieste avanzate durante gli Stati generali della scuola di Torino, Oliva prosegue, infatti, nel grande giro di consultazioni per permettere a presidi, docenti, studenti e genitori di far sentire il proprio pensiero sulla legge che dovrebbe rivoluzionare il sistema italiano dell´istruzione. All´incontro di ieri hanno partecipato i presidi degli Itis torinesi, molti docenti e studenti, il presidente del Collegio dei Periti, Amos Giardino, la dottoressa Paola Barbero dell´Unione Industriale. Tutti indistintamente preoccupati per un futuro incerto. Di sicuro c´è che col passaggio da 36 a 25 ore, scomparirebbero i laboratori. Lo studente dovrebbe “recuperare” il collegamento col mondo del lavoro con corsi post-diploma (Ifts o lauree brevi), allungando il tempo di formazione. In controtendenza rispetto alle richieste del mercato. «L´istruzione classica è importante, ma ciò non vuol dire che un uomo di cultura debba essere senza mani», ha osservato Antonietta Campetti, preside del “Maxwell” di Nichelino. «Il pregio dell´istruzione tecnica attuale è mettere insieme i due aspetti, pratica e cultura. Mi chiedo perché questo patrimonio debba scomparire. Forse per scarsa conoscenza? Eppure, oggi noi presidi non riusciamo a tener dietro alle richieste delle aziende. Gli stage sono diventati una preselezione». Il collega Letterio Cassata, che dirige il «Majorana» di Grugliasco: «Non facciamo altro che leggere titoli di giornali in cui si dice che mancano migliaia di periti. Perché allora fare scelte che penalizzeranno ulteriormente la realtà produttiva?». Il vice preside dell´istituto «Europa Unita» di Chivasso, Tomaselli, ha ricordato che «oggi gli Itis possono costruire i piani dell´offerta formativa in relazione alle esigenze formative del territorio, dando davvero delle risposte. Ma la riforma ci toglierà la possibilità di progettare: un fatto grave in un´area dove dal settore auto ci si sta spostando verso il supporto alla produzione». Il preside del «Pininfarina» di Moncalieri, Antonino Moro, ha sottolineato che l´organizzazione degli Itis non deve essere cambiata radicalmente, «ma può essere migliorata con piccole modifiche. Ciò che dovrebbe davvero cambiare è lo stipendio dei docenti». In caso contrario, come hanno sottolineato anche altri interventi, la cronica mancanza di insegnanti di materie tecniche continuerebbe nel tempo. Numerose le sollecitazioni degli studenti ad intraprendere iniziative per cercare di incidere sulla riforma. Al termine della mattinata, è stata adottata la proposta del preside del «Peano», Alfonso Lupo: «Costituire un gruppo di esperti che possa dialogare con i politici che dovranno scrivere i decreti attuativi della legge». L´assessore Oliva: «Prepareremo un documento e chiederemo ai parlamentari torinesi di sostenerlo».

Maria Teresa Martinengo



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