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Nell’autunno del 1982, nel corso di un seminario, il filosofo Michel Foucault si concentrò sul ruolo della lettura e della scrittura nella costituzione del sé e sulle pratiche attraverso le quali gli individui – da soli o con altri – agiscono sul proprio corpo, sulla propria anima e sui propri pensieri, allo scopo di costruire se stessi come soggetto e trasformarsi. In quel contesto iniziò a sviluppare il concetto di “tecnologie del sé”.

Nel corso di questo intervento intendo suggerire come tale definizione possa essere utilmente ri-contestualizzata e traslata negli attuali contesti didattico-formativi di indirizzo socio-costruttivista, evidenziando l’incrocio – linguistico e non solo – con le attuali Tecnologie di Informazione e di Comunicazione. Che le TIC a Scuola siano allora le benvenute, se possono essere “tecnologie del sé” e costituire ulteriori occasioni per allestire laboratori in cui praticare percorsi di auto-formazione della soggettività improntati all’etica della “cura”, nella direzione di una tensione vigile di un “sé” attento al controllo delle proprie rappresentazioni. E non si tratta di pratiche né strettamente individuali né collettive, quanto piuttosto relazionali e trasversali.



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