Donne e anziani stanno colmando le distanze del digital divide, ma non si può dire lo stesso delle fasce economicamente più deboli che rimangono indietro nell'utilizzo delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. E' questo il risultato più evidente emerso dal nuovo rapporto della Commissione europea “eInclusion revisited: the local dimension of the Information Society”.
In esso la Commissione invita tutti gli Stati membri all'azione nel predisporre strategie adeguatamente mirate a favorire l'accesso di tutti, senza distinzioni di sorta, ai vantaggi della Società dell'Informazione.
Il costante e frequente utilizzo di Internet sembra chiaramente correlato al possesso di un certo status culturale e sociale che laddove individua livelli più alti di istruzione e di stabilità socio-economica rintraccia percentuali più alte di inclusione digitale. Per un altro verso è la difficoltà ad accedere alle informazioni desiderate e la mancanza di contenuti digitali diversificati, che non si rivolgano cioè solamente ad un pubblico preparato, che dissuadono le fasce economicamente e culturalmente meno avanzate dall'avvicinarsi ai nuovi strumenti dell'innovazione.
Il costo ancora troppo alto dei personal computer è un altro ostacolo alla riduzione del digital divide, soprattutto per quanto riguarda i Paesi di nuovo ingresso nell'Unione: è infatti evidenziato nel rapporto che una delle motivazioni principali dello scarsa diffusione di Internet nell'intero territorio europeo è proprio l'assenza dei pc nelle case.
A questo si aggiungano le difficoltà delle zone rurali e remote dell'Europa dove la carenza e la esiguità delle infrastrutture di base incidono pesantemente sull'incremento generale dell'esclusione digitale.
E' solamente attraverso una migliore sinergia tra iniziative locali, regionali, nazionali ed europee, che si può riuscire ad operare un coinvolgimento globale nella società dell'Informazione, questo il monito principale del rapporto. Soprattutto, il successo delle strategie per l'inclusione digitale dipende in gran parte da un approccio basato sul contesto locale, per cui i gruppi sociali da raggiungere con iniziative specifiche sono considerati a partire dall'ambiente geografico, sociale e culturale di base. A partire dal contesto territoriale, poi, la dimensione virtuale garantisce il collegamento con una visione globale in grado di coinvolgere strati sempre più ampi della popolazione.
Il rapporto tra i buoni esempi cita l'esperienza del Comune di Roma che in collaborazione con Microsoft nel 2003 ha dato il via a “Nonni su Internet”, iniziativa volta all'alfabetizzazione informatica degli anziani potenziali soggetti dell'esclusione digitale.
Per maggiori informazioni:
Il comunicato stampa della Commissione europea: http://europa.eu.int/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/05/174&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en
Il Rapporto: http://europa.eu.int/comm/employment_social/news/2005/feb/eincllocal_en.pdf