Nel settembre 2002 ha preso il via la sperimentazione di una tecnoclasse presso la scuola media Pertini di Ovada. L’allora classe 1E a tempo prolungato ha iniziato con un numero ristretto di computer aumentato poi fino a 15, con l’aggiunta della postazione dell’insegnante.
Ogni alunno può disporre sul proprio banco di un computer portatile di rilevanti qualità tecniche e di una certa robustezza, nessun cavo di rete né elettrico gira tra i banchi in quanto i portatili sono dotati di batteria con autonomia di molte ore e al tempo stesso accedono alla rete, sia locale che Internet, attraverso il sistema wireless.
Questo sistema é notabile in classe solo per la presenza di una piccola stazione rice trasmittente (“il puffetto” come é stato denominato un po’ da tutti per la sua forma e dimensione) sull’armadio della classe da cui si riceve l’ADSL. I computer vengono custoditi in un apposito armadietto “mobile”, ciascuno con il suo scomparto e gli attacchi elettrici per la ricarica quotidiana delle batterie di ciascun portatile.
L’obiettivo della sperimentazione di tecnoclassi, caldeggiata dal MIUR e da molti esperti di tecnologie didattiche, ripresa in molti convegni e saloni nazionali come il TED annuale di Genova, é quello di diffondere l’utilizzo delle tecnologie informatiche e telematiche (TIC) nella didattica in modo trasversale a tutte le materie curricolari. E’ un terreno nuovo quello apertosi, che lascia grandi spazi alla creatività ed alle abilità realizzative di insegnanti ed alunni.
In cosa sono consistiti questi primi passi? Intanto nel familiarizzare con sistemi operativi più recenti come il Mac X, analogo a quello Win-XP, a conoscere l’uso della rete sia in chiave locale che in Internet, a gestire periferiche come stampanti e scanner, a utilizzare il mondo della multimedialità con programmi di gestione delle musiche e del video digitale.
Rispetto alle materie scolastiche si é cercato di sviluppare alcuni contenuti di ciascuna materia attraverso il computer sul banco: videoscrittura ed elaborazioni con il pacchetto Office, gestione di CD e DVD a supporto di specifici argomenti (si pensi a storia, geografia, arte ad esempio), ricerche in Internet, realizzazione di ipermedia interdisciplinari (fino ai colloqui d’esame), verifiche scritte in rete per alcune materie in vista di una graduale sostituzione dei compiti in classe realizzati manualmente.
Si é dato ampio risalto all’archiviazione dei materiali elettronici prodotti: ogni alunno ha costruito annualmente una propria cartella, con tante sottocartelle riconducibili alle materie scolastiche, al cui interno ha salvato via via i propri lavori- Periodicamente sono stati masterizzati su CD riscrivibili.
Il progetto prevede anche attività nella tecnoclasse con alunni disabili, dotati -quando necessario- di opportuni ausili tecnologici: su questo punto si sono mossi solo alcuni piccoli passi, ma é intenzione della scuola concretizzare esperienze di maggiore integrazione.
Il Consiglio di classe ha definito un Gruppo di lavoro che periodicamente si é riunito per programmare le principali attività- Gli insegnanti della scuola media inoltre da oltre dieci anni (1994) svolgono un’attività mensile di autoformazione all’uso del computer che si é rivelata estremamente preziosa anche in questa circostanza.
Un bilancio? Sicuramente va sottolineato il profondo salto di qualità nella concezione dell’informatica nella scuola: la scelta prioritaria non é più quella del laboratorio di istituto dove andare a turno per realizzare alcune attività, bensi é quella del computer individuale in classe per studiare tutte le materie, sia nella direzione dell’insegnante verso gli alunni, che degli alunni tra loro e verso l’insegnante.
Per il futuro già si pensa ad una progressiva estensione di questa esperienza per un numero maggiore di classi e soprattutto ad una presenza maggiore del computer nella didattica, comprese le eventuali attività di esercitazione e studio a casa.
Il progetto é stato reso possibile grazie al sostegno fornito dalla rete di scuole piemontesi Dschola, al contributo della Fondazione CRT di Torino, alla collaborazione di numerose persone. Un grazie ai ragazzi e alle ragazze della terza E che hanno accolto con impegno e tenacia questa proposta di innovazione aprendo percorsi nuovi che saranno utili all’intera scuola.