Gli abituè dello SMAU se ne sono già accorti: l’ex fiera dei mobili per l’ufficio, diventata poi la fiera delle nuove tecnologie sta perdendo il piglio tecnologico e innovativo. E’ paradossale che, sul sito della fiera, ai giornalisti sia richiesto l’accredito via FAX con un messaggio perentorio: “Non si accettano richieste inoltrate via posta elettronica”. Pieno oscurantismo?
Non è un caso che negli ultimi 4 anni il motto dello SMAU è stato sempre il seguente: “meno ingressi liberi (ragazzini con zainetto) e più accessi professionali per aiutare il Busine$$, quello vero!” e non è un caso che da allora la fiera perda colpi, perda espositori e perda il supporto dei media (radio e televisioni).
I baroni dell’informatica anni ’80 non hanno capito che i ragazzini sono il vero motore delle ICT e delle innovazioni, se oggi girano con lo zainetto e comprano schede video e joystick nel giro di qualche anno saranno già al lavoro con i loro pc portatili e con i loro server domestici. La passione per le nuove tecnologie si esaurisce entro i 20 anni, poi diventa lavoro. Le grandi aziende “consumer” lo sanno: il business dei grandi numeri lo fanno le orde di ragazzini e un investimento di pochi anni vale bene il successo di un settore.
Lo SMAU 2000 è per me stato il più bello: tutto multimediale, tutto pieno di novità e anteprime, stand enormi con musica e maxischermi, hi-fi, televisori e telecomandi che andavano a braccetto e poi monitor, processori, memorie, stampanti, super server e joystick. Una convergenza futuristico-digitale (ricordiamoci che i sistemi mediacenter sono usciti solo nel 2004) gustata principalmente dai giovanotti con lo zainetto e rilanciata dai mega stand delle radio e televisioni che abitavano in pianta stabile il salone.
Per risolvere lo “scandalo dei ragazzini” e per i problemi di collocazione sbagliata dei piccoli stand che finivano a fianco di stand rumorosissimi, si è tragicamente deciso per l’eutanasia: via i ragazzini e largo al business tradizionale.
Ma il domani delle ICT è in mano ai ragazzini di oggi e non ai “Baroni di ieri”…pensiamoci