Quando ha fatto capolino il termine “tecnologia” nel contesto didattico? In cosa consiste la differenza tra le cosiddette “Tecnologie di Informazione e di Comunicazione” , le “Tecnologie Didattiche”, le “Tecnologie dell’educazione”, le “nuove Tecnologie educative” e le “Tecnologie dell’istruzione”? Quali sono i diversi sistemi di valori, le pratiche sociali e le filosofie a cui queste diverse “tecnologie” fanno riferimento?
Per quanto riguarda le possibili valenze formative delle attuali TIC nell’apprendimento, bisogna inoltre tener presente che non esiste un unico ruolo del computer, il quale è sempre strumento all’interno di ampie concezioni della conoscenza e del mondo. Compito dell’insegnante è l’attribuzione di senso e significato al suo utilizzo, che pare essere nell’orizzonte della nostra Scuola e appartenere al nostro “spirito del tempo”, piaccia o meno. Una valutazione critica e competente sarà pertanto una bussola utile per orientarci, per attrezzarci con un bagaglio di “pre-giudizi” – intesi come punti di forza che permettono una prima comprensione della realtà – e decidere per l’utilizzo, o il non utilizzo, consapevole piuttosto che oscillare tra la fascinazione tecnologica e la stigmatizzazione “etica”. L’indugiare in una pigra “sospensione di giudizio” rischia solo, peraltro, di trasformarsi a breve in una “scheda bianca” per la maggioranza.
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