Le lavagne interattive sono oramai l’ultimo e unico esempio di innovazione didattica promosso a tutti i livelli nelle scuole. Ci sarebbe da occuparsi di cose più importanti e più facilmente comprensibili alle famiglie come, ad esempio, la messa in sicurezza delle reti scolastiche, magari adottando sistemi di filtro per la navigazione e di protezione dei computer dove lavorano i fanciulli oppure di attivare campagne per il riuso degli elaboratori dismessi, ma, probabilmente, la parola “LAVAGNA” è l’unica parola ancora comprensibile e rassicurante per una generazione che ha perso il treno delle ICT e che, in qualche modo, si trova a doverlo gestire.
Al Majorana ne abbiamo una da parecchi anni: la lavagna interattiva altro non è che un enorme touch screen che lavora in coppia con un videoproiettore o con un display al plasma. Gli schermi touch screen servono a sostituire il mouse – in realtà è il mouse che sostituisce il touch screen perchè più economico – in pratica, anzichè muovere la freccina del mouse, per fare clic si usa semplicemente il proprio dito premendolo sul pulsante desiderato. In aggiunta alla funzione mouse le lavagne interattive dispongono di diversi strumenti di disegno e gestione, utili per consentire ai docenti di utilizzare lo schermo proiettato dal computer come se fosse una vera e propria lavagna a pennarelli.
Visto che sembra arrivato il momento buono per l’adozione di massa delle videolavagne ecco alcune riflessioni per evitare di mettersi a scuola l’ennesimo tecnosauro.
- L’installazione deve essere sempre e solo FISSA. Le lavagne portatili sembrano più comode, ma scoprirete ben presto a spese della scuola che non vengono usate, perchè le operazioni di installazione e calibrazione, per quanto semplici, portano via tempo prezioso al docente che in classe ci va soltanto per 50 minuti! (5 minuti trasporto e posizionamento, 2 minuti cablaggi vari, 2 minuti accensione computer e connesione videoproiettore, 1 minuto calibrazione e avvio software più 5 minuti per smontare il tutto = 35 minuti di lezione se va bene). Un docente che usa il gesso è in grado di scrivere sulla lavagna istantaneamente e di scriverci (sic) per 50 minuti di seguito. Al docente che usa la lavagna interattiva non possiamo dare solo mezz’ora più l’onere di montare e smontare il tutto. Quindi installazione sempre e soltanto fissa, preferibilmente al posto della precedente lavagna, per evitare usi misti o scritture con pennarelli veri sulla lavagna interattiva. 😛
- Il videoproiettore deve essere fissato al soffitto in modo da evitare le calibrazioni ed essere sempre pronto. Se l’aula è un ombra vi bastano 2000 ansi lumen, se è soleggiata dovete puntare almeno a 4000 ansi lumen!! la risoluzione deve essere almeno 1024×768 (xga). Deve avere le ventole silenziose (max 30Db) altrimenti disturberà la classe e una buona durata della lampada perchè è destinato a stare acceso tutti i giorni! (facendo un breve conto se la durata media delle lampade è di 4000 ore, a scuola ogni anno abbiamo 200 giorni di scuola x 5 ore che fanno 1000 ore, quindi ogni 4 anni la lampada sarà da sostituire!)
- se il sole batte direttamente sulla lavagna, non potrete usare nessun tipo di lavagna interattiva a meno di non cuocere la classe con un proiettore dalla potenza inusitata 🙂
- Con il videoproiettore, docenti e allievi che scrivono sulla lavagna si fanno ombra da soli, per chi non è abituato questo può rivelarsi un problema (si scrive alla cieca) per ridurre al minimo l’ombra del docente sullo schermo dovreste utilizzare un proiettore dotato di specchi asferici come il NEC. Questo proiettore costa 3 volte un proiettore normale ma è l’unico a restituire la senzazione di scrivere su una vera lavagna, con gli altri proiettori installati a soffitto bisogna abituare i movimenti per ridurre al minimo l’ombra della propria mano sullo schermo. Con il proiettore montato sul tavolo è semplicemente un disastro.
- per ovviare agli inconvenienti delle installazioni mobili i fornitori di videolavagne si sono inventati dei carrelli mostruosi che reggono la videolavagna ed il videoproiettore, magari anche il PC e che consentono di spostare questa specie di cyborg mediante delle ruote. Un solo consiglio: lasciate perdere tanto non passa dalle porte e spaventa i bambini.
- Se non volete montare gli altoparlanti di fianco alla lavagna (alcuni anche molto belli e di qualità ) ricordatevi di prendere un proiettore dotato di altoparlante (sa di citofono ma almeno si sente)
- Valutate bene quale rapporto altezza/larghezza scegliere per la lavagna se il solito 4:3 o il più moderno 16:9 dovete scegliere la lavagna ed il videoproiettore in coppia 4:3 con videoproiettore Xga e 16:9 con Videoproiettore WXga. Le lavagne 16:9 o anche più larghe in genere sono più funzionali per la lezione ma limitano la visualizzazione a schermo dei documenti elettronici a sviluppo verticale (word e pdf)
- Ed eccoci al PC: anche questo deve fare parte di una installazione FISSA!!!! Potete prendere un pc a ingobro ridotto e farlo fissare al muro in modo da rendere i collegamenti con la lavagna ed il videoproiettore sicuri e non pasticciabili dagli utenti. Se volete fare una cosa utile e completa preferite un PC di tipo mediacenter in modo da poterlo usare agevolmente anche per i contenuti audiovisivi e da poterlo controllare con un semplice telecomando. Ovviamente tastiera e mouse devono essrere senza fili in modo da consentire agli studenti di prendere la tastiera su un banco e poter lavorare al PC guardando lo schermo gigante della lavagna.
- Soltanto con l’installazione in blocco di lavagna, PC e proiettore con cablaggi non modificabili dagli utenti potrete avere quel minimo di affidabilità paragonabile alle lavagne precedenti 😉 se un docente vuole proiettare da un secondo PC può utilizzare gli strumenti di desktop remoto che i software delle lavagne interattive offrono o anche le connessioni wireless che molti proiettori usano. Nessun utente deve poter pasticciare sui cablaggi, ecco perchè è bene fissare al muro lavagna, videoproiettore e PC, in modo da poter fare cablaggi canalizzati
- Il PC ovviamente DEVE per forza essere protetto con Magic Card o Deep Freeze in modo da poter garantire al docente l’utilizzo immediato dell’attrezzatura dopo l’accensione ed evitare che i pasticci o le infezioni dell’ora prima rendano la lavagna o il PC inutilizzabile. se pensate di poterne fare a meno siete in grave errore.
- ovviamente il meglio di se queste installazioni lo danno se collegate ad internet, pensate che comodità avre wikipedia o cronologia.it visibile sulla lavagna! ricordatevi anche di mettere un filtro per minori nella rete della vostra scuola (costa molto meno di una lavagna interattiva), per evitare di visualizzare in classe a tutto schermo un pop-up che si apre da solo contenente un sito per adulti!!!
Con una configurazione di questo tipo il vostro hal9000 da classe potrà funzionare bene e per molti anni, anche il PC se rimane protetto con magic card non avrà bisogno di continui aggiornamenti e non subirà il rallentamento tipico che hanno i PC dovuto all’appesantimento dei software che vengono installati rimanendo sempre veloce e reattivo come alla prima installazione (molto importante se usiamo la lavagna con gli strumenti di disegno). Infine i prezzi: se ottimizzate bene il progetto potete cavarvela con 1700 euro a installazione, PC compreso.
Infine la domanda: a che serve? Valenze didattiche? aspetto i vostri commenti 😉
Dario Zucchini
Un commento dettagliato richiederebbe più spazio…
Diceva A. Perissinotto ad un convegno su Alberto Manzi che la lavagna (quella nera, di ardesia), pur essendo “lo” strumento indubbiamente più usato dagli insegnanti a scuola, non è mai stata oggetto di trattazioni, di manuali d’uso, di riflessione didattica… Strano vero?
Aveva ragione.
E a proposito di Alberto Manzi e di “Non è mai troppo tardi” aggiungeva che era molto più “multimediale” una lezione sui suoi famosi “fogli mobili” degli anni ’60, che non molte presentazioni di diapositive Power Point di oggi, di quelle che, noiosissime, dobbiamo sorbirci ai convegni o ai corsi di formazione.
Dietro queste affermazioni di un ricercatore universitario di sociologia dei processi culturali e comunicativi, la riflessione è d’obbigo.
La lavagna “interattiva” al pari di quella nera mette in gioco prima di tutto i problemi di comunicazione. E di una comunicazione del tutto “speciale” che poi è quella che ha luogo nei processi di apprendimento…
Perché ho l’impressione, leggendo questo lungo post, che dietro tutti i numerosi consigli tecnici sull’installazione della lavagna si immagini sempre e solo l’insegnante che proietta e “spiega”?
Ma i ragazzi (e i bambini piccoli) potrebbero mai avere l’opportunità di toccare lo schermo, di trascinare e manipolare oggetti e scritte usando la lavagna come uno strumento di esplorazione cognitiva (e di fare questo in gruppo)?
In caso affermativo va spiegato allora che di lavagne interattive ne esistono almeno due tipi. Quelle che reagiscono al tatto di un dito e quelle che reagiscono solo al tatto di quelle “penne” speciali che sono simili a quelle delle tavolette digitali…
i ragazzi ed i bambini devono assolutamente poter toccare lo schermo e manipolare gli oggetti, non lo ho precisato ma nel post non ho preso in nessuna considerazione le lavagne soltanto touch o quelle soltanto pennarello ma le lavagne che combinano le due cose. I consigli tecnici sono indicazioni utili roprio per poter interagire al meglio sulla lavagna con gli studenti 🙂
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