Il progetto Digital Bridge entra nella seconda fase: parte il corso di formazione sulle nuove tecnologie per la comunicazione. Destinatari i giovani saharawi tra i 14 e i 18 anni.
Dalla mail al voip, dagli strumenti di social network alle strategie di comunicazione. Le ragazze e i ragazzi, tra i 14 e i 18 anni, che a partire da luglio, frequentano il corso di formazione sulle nuove tecnologie per la comunicazione, impareranno anche a realizzare siti internet e sperimenteranno i vantaggi del lavoro cooperativo in rete. Il percorso di formazione è una delle linee di intervento previste dal progetto Digital Bridge, il piano di inclusione sociale e digitale a favore del Popolo Saharawi, finanziato dalla Regione Lazio, coordinato dalla Fondazione Mondo Digitale e realizzato sul territorio dell’associazione di promozione sociale Bambini+Diritti. La prima linea di azione del progetto, quella tecnologica, è stata realizzata con la missione operativa ad Aaiun nel maggio scorso. Oltre alle connessioni satellitari ad Internet, alle infrastrutture per le reti locali e alla costruzione di aule per la didattica multimediale, è stata avviata la formazione del personale sul luogo, che ha permesso ora il regolare inizio delle lezioni.
Secondo il responsabile locale Mohamed Takio, il progetto ha una particolare rilevanza strategica considerando le difficili condizioni in cui si trovano i Saharawi, perché apre “la prospettiva di poter essere all’altezza delle circostanze per quanto riguarda la comunicazione internazionale: l’informatica è diventata la lingua di oggi e chi non è integrato tecnologicamente è fuori dalla cultura perché essa è la scienza di domani”.
A settembre partirà la terza fase, informativo-educativa con un’azione mirata nelle scuole della regione Lazio per creare una vera e propria community per lo sviluppo. Per l’assessore Mario Michelangeli (Tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa, Regione Lazio), l’iniziativa di costruire un ponte tecnologico con il Saharawi, e presto anche in Camerun, conferma il ruolo della Regione, “all’avanguardia nei rapporti e nelle relazioni internazionali a sostegno dello sviluppo”.
I Saharawi da trent’anni vivono tra le dune di Tindouf, nel deserto algerino, dove si sono rifugiati per sfuggire all’occupazione marocchina. Sono oltre 200mila persone, dislocate in quattro grandi tendopoli unite in un vero e proprio “Stato in esilio”, con un’organizzazione sociale efficiente e un tasso di scolarizzazione primaria prossimo al 100%. Ma non basta per rompere l’isolamento e ridare parola a chi ne è stato privato. Tutte le strategie di intervento sono state concordate con la popolazione locale e con il Governatorato e messe a punto con diversi sopralluoghi dell’associazione Bambini+Diritti, già impegnata sul territorio. Uno degli obiettivi più ambiziosi del progetto, sottolinea Matteo Mennini, responsabile di Digital Bridge per Bambini+Diritti, è infatti quello di rendere i saharawi anche autonomi nella gestione delle risorse tecnologiche e formative. Da marzo 2009 il progetto proseguirà coordinato dal personale locale, adeguatamente formato.
In un contesto di violazione dei diritti internazionali e del fanciullo il progetto Digital Bridge propone un’esperienza innovativa nell’uso trasversale della tecnologia, dalla lotta al digital divide alla formazione alla piena cittadinanza, con importanti ricadute formative anche per le scuole italiane.
Ulteriori informazioni su www.mondodigitale.org