Più passa il tempo e più mi rendo conto che ci sono purtroppo solo due modi per vivere l’informatica e le TIC.
Il modo normale è più o meno così: mentre arduino annaffia automaticamente il tuo giardino ti gusti una granita con gli amici ascoltando una webradio; mentre stai guidando la tua auto e chiacchieri serenamente un microprocessore si occupa di ridurre i consumi e le emissioni inquinanti, e un altro controlla ogni 5 millisecondi la strada per individuare una situazione di pericolo ed intervenire proteggendo le persone prima ancora che tu te ne sia accorto; il nonno e la nonna che mai si sarebbero messi in casa un computer usano il tablet per le ricette di cucina e per trovare su facebook parenti e amici vicini e lontani; mentre il computer esegue il calcolo strutturale di una seggiovia il progettista si gusta qualche ora di attesa e di meritata soddisfazione. Potremmo andare avanti con centinaia di esempi ma avete capito la filosofia di fondo: i computer lavorano al servizio degli umani, fanno lavori di precisione, elaborano grandissime quantità di dati senza annoiarsi, prendono decisioni, salvano perfino delle vite e lasciano a noi più tempo per dedicarci alle cose e persone a noi più care. In questo mondo non ci sono solo gli utenti delle tecnologie ma anche i creativi ed i programmatori che lavorano e si arricchiscono, anche abbondantemente, offrendo APP sempre più sofisticate.
Poi c’è l’informatico penitente
che ha una logica completamente opposta: disdegna i software più famosi e blasonati, utilizza con soddisfazione solo soluzioni impegnative e maledettamente difficili da far funzionare, passa le notti a pigiare tasti sulla tastiera anche se non è un vero programmatore e interpreta le norme ed i regolamenti che “rincorrono” la tecnologia nella maniera più restrittiva sperando in cuor suo che queste norme possano finalmente tarpare le ali ai “creativi” che con l’informatica si divertono e si arricchiscono spudoratamente. Anche qui potremmo fare moltissimi altri esempi ma la filosofia è questa: gli umani sono al servizio dei computer e devono soffrire, niente profitto solo flagellazione e penitenza per tutti.
Purtroppo nelle scuole molti sono passati dalla fase creativa alla fase dei penitenti medievali senza accorgersene: finti esperti, imbonitori e santoni hanno cavalcato accessibilità, privacy, siti governativi, trasparenza, open data, cookie interpretando spesso in maniera troppo restrittiva le norme al solo scopo di rendere le soluzioni le più difficili e impegnative possibili. Aggiungiamoci anche il riuso dei vecchi rottami informatici e, alla fine, molti docenti hanno sacrificato il loro tempo, le notti ed il tempo delle persone a loro vicine per fare cose inutili e non retribuite così come erano inutili le penitenze che si infliggevano le compagnie medievali dei Battuti e Flagellanti. I “Batù”
Proprio cosí Dario, queste sono le due tipologie che anch’io riconosco come le più diffuse. Molti che si occupano di Tic non lo ammetteranno mai, …..ma in fondo anche questa é una caratteristica dei Batú.