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Un altoparlante Bluetooth non rispetta la privacy e chiama la polizia

La CNBC oggi riporta una notizia davvero interessante: un altoparlante Bluetooth,  violando in un certo senso la privacy di chi era in casa, assiste ad un furioso litigio famigliare con tanto di immancabile revolver e, quando sente parlare di “sceriffo”, riconosce il comando vocale e fa partire automaticamente la chiamata al numero di emergenza. La polizia interviene e disarma il pistolero.

Mentre in  Europa siamo tutti preoccupatissimi del rischio privacy dei nostri dispositivi elettronici, probabilmente per la prima volta nella storia un altoparlante Bluetooth ha salvato una mamma e una figlia. Certo non è la prima volta che i computer ci salvano la pellaccia: lo fanno quotidianamente quando l’auto frena da sola, quanto entra in funzione l’abs e non ci fa sbandare, nelle sale operatorie, sugli aeroplani  e così via. I microprocessori che nel mondo si prendono cura di noi sono miliardi ma non li percepiamo e non ce ne preoccupiamo.

Tornando alla notizia di oggi la domanda sorge spontanea: era meglio disattivare tutte le funzioni a “rischio privacy” sul telefono e sull’altoparlante – così come consigliato dai nostri esperti di sicurezza –  per lasciare che la vicenda si concludesse alla vecchia maniera in puro stile Western? o è andata meglio cosi?

www.cnbc.com/2017/07/10/smart-speaker-device-alerted-the-cops-to-an-assault.html

 

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