La paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile, la dipendenza dagli smartphone, l’abuso dei social network è la NO-MObile-FOBIA. In questi giorni il Movmento 5 Stelle ha depositato una proposta di legge specifica per attivare interventi contro questa nuova dipendenza, prima firmataria la deputata Vittoria Casa.
La proposta di legge prevede corsi di recupero in strutture socio-sanitarie, campagne informative e riabilitative, misure di sostegno e un tavolo interministeriale da istituire presso la presidenza del Consiglio. Il M5s chiede la collaborazione, oltre che dell’esecutivo, della Polizia postale, del ministero dell’Istruzione, del dicastero della Salute, dell’Agcom, dell’Autorità per l’infanzia e l’adolescenza, del garante per la privacy, delle associazioni di studenti e dei genitori.
In prima linea (come sempre) ci saranno le scuole che dovranno puntare all’educazione all’uso consapevole della rete Internet e dei social network, attraverso corsi di formazione tenuti da esperti in materia di prevenzione e di cura delle dipendenze e momenti specifici diretti ai genitori degli studenti volti a consentire l’individuazione dei comportamenti a rischio dei loro figli.
Come sempre si chiede aiuto le scuole, l’età è quella e non si scappa. Con o senza disegno di legge noi docenti non possiamo davvero più esimerci dall’affrontare l’argomento dell’uso consapevole delle tecnologie. Ancora oggi in troppe scuole l’argomento viene presto risolto mediante semplici e totali divieti che lasciano i ragazzi completamente soli nell’esplorazione di questo mondo (tutt’altro che virtuale). Bisognerà non soltanto fare corsi (il solito predicozzo) ma anche lavorare fianco a fianco con i ragazzi, già dalla primaria, per pubblicare materiali in rete, conoscendo le regole, i tempi, le soddisfazioni e anche i limiti che solo un utilizzo consapevole e autoriale ci può dare.
I promotori della legge citano David Greenfield, professore di psichiatria all’università del Connecticut, secondo cui l’attaccamento allo smartphone è molto simile a tutte le altre dipendenze in quanto causa delle interferenze nella produzione della dopamina, il neurotrasmettitore che regola il circuito celebrale della ricompensa: in altre parole, incoraggia le persone a svolgere attività che credono gli daranno piacere. Così ogni volta che vediamo apparire una notifica sul telefono cellulare sale il livello di dopamina, perché pensiamo che ci sia in serbo per noi qualche cosa di nuovo e di interessante. Così si ha l’impulso di controllare in continuazione il cellulare innescando lo stesso meccanismo che si attiva in un giocatore di azzardo.
Ma la Dopamina non si altera solo con lo Smartphone e i social network, bastano anche un videogioco oppure attività fisica, sportiva, gare, sfide e anche guidare mezzi motorizzati per avere altrettante soddisfazioni.
Quindi è importante coinvolgere le famiglie: dotare il ragazzo di smartphone è spesso una scelta di convenienza e comodità. Ci sentiamo sicuri vedendolo sul salotto con in mano il suo giocattolo e lo preferiamo così piuttosto che su una bella moto, su un’automobile o su un deltaplano.
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