Abbiamo letto notizie di ragazzi in festa in tutta italia, happy hour, indianate in spiaggia, ragazzi in strada e sui mezzi pubblici incuranti dei divieti, qui da noi a Torino qualche adulto si è perfino unito alla festa sparando a salve dai balconi!
Parallelamente i docenti si sono rivelati, invece, tutti all’altezza della nuova situazione: l’elearning funziona! funziona talmente bene che dagli esperti arrivano subito i paletti: anziché ulteriori idee su come migliorare ecco i tanto attesi disclaimer: così non si può fare, così non va bene, così non vale…
Va detto, però, che non sono le numerose linee guida (ne abbiano anche noi di Dschola!), la progettazione o la nostra buona volontà e creatività a darci la possibilità di fare didattica a distanza.
Senza i datacenter “ammerigani” noi saremmo persi e l’anno scolastico sarebbe sicuramente naufragato. Senza le mega piattaforme (affamate di utenti e di corrente elettrica) non sarebbe possibile nessuna videoconferenza, nessuna condivisione con amici e parenti, e nessun telelavoro.
Le piattaforme che usiamo freneticamente in questi giorni non sono purtroppo nate in Italia. In italia siamo bravini con elearning asincrono (le nostre installazioni locali di moodle, weschool, registri elettronici e così via) ma non abbiamo nessuna infrastruttura in grado di reggere milioni di utenti collegati simultaneamente in videoconferenza o in streaming.
Ma proviamo solo ad immaginare questi giorni di isolamento senza Amazon, Facebook, Instagram, Skype, Office 365, Google Suite, Teams, Zoom, Meet, Teamviewer, Whatsapp, Moodle, Edmodo, Youtube, Socrative, Padlet, Netflix, Spotify… pensiamoci bene… brrr…
Insomma per fare le cose in grande ci vogliono i “Ragazzoni Americani”, quando questi bravi ragazzi hanno nuove idee, ricevono milioni di dollari e non aprono soltanto una partita IVA – da noi tanto odiata – ma mettono su una multinazionale!
Noi, alla fine, siamo i soliti poveracci: ci facciamo belli con le invenzioni degli altri 🙂
Lettura consigliata: www.google.com/about/datacenters/
[…] abbiamo grandi infrastrutture nazionali di cloud e forse davvero senza i grandi server americani, l’anno scolastico sarebbe saltato? Non abbiamo un’infrastruttura pubblica di rete […]