Folgorato dalla lucidità con cui il Superiore Ministero si appresta a garantire un rientro a scuola sicuro, efficace, inclusivo e democratico, rendo pubblico un mio atto di sofferta, ma dovuta, contrizione, invitando anzi i lettori a copiarlo, incollarlo in tutti i loro spazi digitali e sottoscriverlo.
“Considerato che: – in possesso di un tasso di consapevolezza inversamente proporzionale al numero delle clausole elencate, nella mia sfera privata ho sottoscritto con aziende multinazionali basate su piattaforme di intermediazione – che lo storytelling mainstream descrive come straordinari luoghi dell’innovazione irrinunciabile, anziché come enclosure della rete destinate all’estrazione di dati e allo sfruttamento dell’intelletto generale – contratti d’uso standardizzati, che mi impongono la piena e supina accettazione di condizioni e vincoli non negoziabili, modificabili solo dal default-power centralizzato e finalizzati al tracciamento totale delle mie relazioni, delle mie opinioni, delle mie abitudini, dei miei acquisti, delle mie preferenze, dei miei movimenti e così via;
– ho utilizzato davvero raramente il permesso accordatomi di disattivare singole funzioni, accettando di conseguenza di essere oggetto in tempo reale di profilazione dettagliata e di costante pedinamento.
– ho accettato/subìto per ragioni di emergenza di essere coinvolto (per lo più senza essere mai consultato in forma diretta e nonostante fossero possibili soluzioni diverse) in varie pratiche di comunicazione professionale, di nuovo regolate da accordi articolati mediante clausole unilateralmente definite, che prevedono esplicitamente il monitoraggio globale e l’estrazione e l’elaborazione di dati generali e di informazioni complessive ai fini dell’adattamento dei servizi forniti da molte delle medesime corporation del capitalismo di sorveglianza, anche qualora esse garantiscano di non impossessarsi di dati personali, e ho, insomma, scelto coscientemente di lavorare gratis in un beta-test aziendale di dimensione planetaria;
sono pienamente cosciente di aver perso ogni diritto di preoccuparmi delle possibili implicazioni dell’uso di un’applicazione di tracciamento che riguarda la salute e la sfera pubblica.
Qualora riprendessi ad avanzare qualche riserva e a richiedere – per esempio – chiarezza sullo scopo e sull’efficacia e autentica trasparenza sul rapporto tra le istituzioni interessate e i suddetti agenti del capitalismo digitale, dovrei essere eternamente irriso e deprecato mediante gogna social”.