Se c’è una cosa che ha funzionato bene la scorsa stagione, nel pieno disastro, è stata proprio la Didattica a Distanza. Certamente c’è di meglio ma proprio grazie a Internet la avevamo scampata bella! Imparato qualcosa? Certo che no!
Finita l’emergenza, contro ogni raziocinio, quasi tutti si sono scagliati contro la didattica a distanza come se fosse un nuovo nemico da cui difenderci… ma non ne avevamo abbastanza di nemici e di complotti? Perfino l’acronimo DaD è diventato reietto e il MIUR la ha trasformata in Didattica Digitale Integrata.
Come è andata? abbiamo perso! Da domani, nelle scuole superiori, torna la Didattica a Distanza e con una percentuale minima del 75% che solo qualche settimana fa sembrava fantascienza.
Certo non è colpa della scuola: il numero di allievi per classe non è variato, la distanza di 1m è frutto di ripetuti aggiustamenti utili solo a fare stare tutti a scuola come una volta, la capienza dei trasporti all’80% equivale a dire 100%, il sistema sanitario, dopo decenni di tagli, continua a non essere in grado di smaltire le emergenze e neppure di tracciare i contagi.
L’autorevole fisico Roberto Battiston, analizzando i numeri dei contagi, ha individuato il 24 settembre come il momento dove un cambiamento delle abitudini della popolazione ha messo il turbo al virus. La data corrisponde alla completa riapertura delle scuole dopo partenze soft e chiusure elettorali.
Ma gli altri paesi europei che sono più avanti con l’epidemia? hanno riaperto le scuole chi più, chi meno, un mese prima di noi!
Per salvare a tutti i costi la scuola stiamo affondando l’economia? Convinti di salvare la scuola stiamo diffondendo l’epidemia e ci porteremo dietro la nazione in questo fallimento; ma attenzione che non stiamo lottando per difendere la scuola come istituzione – che non è in discussione – ma l’idea di scuola che abbiamo in mente… ammesso che sia quella giusta!