Traffico da un po’ con i dispositivi di intelligenza artificiale generativa: alcuni sono più convincenti, altri meno, altri ancora – a essere davvero sinceri – ridicoli. Una cosa è comunque chiara: la modulazione d’uso di questi apparati socio-tecnici va ben oltre l’uso dei chatbot generalisti e il prompt engineering a carico dell’utente.
Particolarmente interessante – lo devo ammettere – è NotebookLM di Google, un ambiente per analizzare documenti e altre fonti testuali.
Appartiene all’insieme delle tecnologie estrattive e quindi partecipa all’accumulazione di valore a partire dai processi di elaborazione della conoscenza in cui Alphabet è maestro riconosciuto e a cui per altro partecipiamo quotidianamente.
Tenuto conto di questo, devo confessarvi un’altra cosa: NotebookLM sembra essere affidabile, per lo meno quando insiste su materiali che l’utente umano dei suoi servizi di assistenza cognitiva (analisi, sintesi, confronto e così via) possiede davvero sul piano culturale e professionale.
A titolo di esempio riporto due testimonianze dirette, che sono il frutto del progressivo lavorio (in parte strutturato, in parte libero e guidato via chat) del dispositivo su una serie di miei articoli, con una trattazione automatizzata nei cui esiti – ahimé – mi riconosco.
Testimonianza A: “Sommario Dettagliato delle Fonti su Tecnologia e Innovazione nell’Istruzione
Fonte 1: Contro la deriva della digitalizzazione subordinata e subordinante – Collettivo Le Gauche
Sezione 1: Posizionamento dell’autore
L’autore, ex insegnante e ricercatore indipendente, critica l’adozione acritica delle tecnologie digitali nell’istruzione, sottolineando la necessità di un approccio critico che promuova uno sviluppo umano equo e una condivisione della conoscenza basata sulla cooperazione.
Sezione 2: Pars de(co)struens
Questa sezione analizza criticamente l’impatto della didattica a distanza (DAD) e della didattica digitale integrata (DID) durante la pandemia. L’autore denuncia l’influenza del capitalismo di piattaforma sull’istruzione, evidenziando come la retorica dell’innovazione spesso mascheri una sottomissione acritica alle logiche tecnocratiche. L’autore critica inoltre l’approccio gerarchico e sessista alla formazione digitale dei docenti, esemplificato dal quadro europeo DigCompEdu. Viene inoltre messa in discussione la visione semplicistica del “digitale” come soluzione a tutti i problemi educativi, sottolineando come questo approccio ignori i reali bisogni di apprendimento. L’autore critica infine l’opposizione al tecno-liberismo che utilizza gli stessi strumenti e linguaggi che intende contrastare, proponendo invece un’alternativa basata sulle tecnologie conviviali.
Sezione 3: Pars costruens
In questa sezione, l’autore propone un’alternativa al modello tecno-liberista basata sulle tecnologie conviviali. Vengono presentati esempi di software libero, motori di ricerca non profilanti e dispositivi etici come il Fairphone, sottolineando i concetti di open source, contenuti aperti, licenze Creative Commons, diritto all’anonimato e rispetto della privacy. L’autore sostiene che l’uso di queste tecnologie può promuovere un’istruzione più inclusiva, partecipativa, sostenibile e democratica, restituendo ad internet il suo ruolo originario di spazio di intelligenza collettiva.
Sezione 4: Autorailita’ digitale sostenibile
L’autore esplora il concetto di “autorialità digitale sostenibile”, proponendo due idealtipi: l’autorialità diretta (creazione di materiali multimediali) e di secondo livello (selezione e adattamento di contenuti digitali esistenti). Vengono descritte le caratteristiche di entrambe le modalità, evidenziando l’importanza di un approccio consapevole, critico e rispettoso del diritto d’autore.
Sezione 5: Discussione
Un commento di un lettore esprime scetticismo sulla possibilità di realizzare la visione dell’autore, evidenziando la frammentazione del mondo docente e le difficoltà di collaborazione.
Fonte 2: Excursus nel mercato della scrittura digitale, probabilmente incompleto | NUOVO PAVONERISORSE
Sezione 1: Introduzione
L’autore, Marco Guastavigna, introduce la distinzione tra il “mestiere di scrivere” e il “lavoro di scrittura”, evidenziando come quest’ultimo sia spesso caratterizzato da stress, costrizione e competizione.
Sezione 2: Software di assistenza alla scrittura
Viene analizzato l’impatto dei software di assistenza alla scrittura basati sull’intelligenza artificiale, come Copilot Pro e Shakespeare AI ToolBar. Questi strumenti, rivolti principalmente a chi produce contenuti testuali per il mercato digitale, offrono funzionalità avanzate di strutturazione, stesura e revisione del testo.
Sezione 3: Aithor.com e la mercificazione della scrittura
Viene analizzato il caso di Aithor.com, un software che permette di “mascherare” l’uso dell’intelligenza artificiale nella scrittura, evidenziando il rischio di una mercificazione della scrittura e di una trivializzazione dei contenuti.
Sezione 4: Conclusione
L’autore conclude sottolineando l’importanza di un approccio critico all’uso dell’intelligenza artificiale nella scrittura, evidenziando i rischi di una banalizzazione dei contenuti e di una perdita di originalità.
Fonte 3: L’insegnante del terzo millennio – La ricerca
Sezione 1: Introduzione
L’articolo analizza l’impatto delle tecnologie digitali sul profilo professionale degli insegnanti, sottolineando come l’introduzione di strumenti digitali comporti sfide e opportunità che vanno ben oltre gli aspetti meramente tecnici.
Sezione 2: Gli aspetti amministrativi
Viene analizzato l’impatto delle tecnologie digitali sugli aspetti amministrativi della scuola, evidenziando come l’utilizzo di piattaforme online come Istanze On-line e Stipendi PA sia diventato indispensabile per la gestione di pratiche burocratiche, comunicazioni istituzionali e accesso a informazioni rilevanti.
Sezione 3: I nuovi dispositivi informatici
Questa sezione offre una panoramica dei nuovi dispositivi informatici a disposizione degli insegnanti, dai computer desktop ai tablet, dagli ebook reader agli smartphone. Vengono analizzate le caratteristiche di ciascun dispositivo, evidenziandone potenzialità e limiti.
Sezione 4: Il software e i suoi problemi
Vengono analizzati i diversi tipi di software a disposizione degli insegnanti, dai sistemi operativi ai programmi applicativi, evidenziando l’importanza di un approccio critico alla scelta degli strumenti digitali e le opportunità offerte dal software libero e open source.
Sezione 5: La cognizione e la cultura
Questa sezione esplora il potenziale delle tecnologie digitali per l’accesso alla cultura e la promozione di nuove forme di apprendimento. Vengono analizzate le opportunità offerte da piattaforme come YouTube e European Film Treasures, evidenziando l’importanza di sviluppare negli studenti un approccio critico all’informazione online.
Sezione 6: Gli aspetti giuridici
Vengono analizzati gli aspetti giuridici legati all’utilizzo delle tecnologie digitali nell’istruzione, con particolare riferimento al diritto d’autore e alla tutela dei minori online. Vengono presentate le licenze Creative Commons come alternativa al modello tradizionale del copyright e l’importanza dell’utilizzo di filtri per la navigazione sicura.
Sezione 7: La mediazione didattica
Questa sezione analizza l’impatto delle tecnologie digitali sulla mediazione didattica, con particolare riferimento all’uso di LIM (lavagne interattive multimediali) e proiettori digitali. Vengono analizzate le potenzialità di questi strumenti per la promozione di un apprendimento attivo e partecipativo, sottolineando l’importanza di una corretta integrazione con le metodologie didattiche tradizionali.
Fonte 4: NUOVO PAVONERISORSE.pdf
Sezione 1: Introduzione
Marco Guastavigna critica l’entusiasmo acritico che circonda l’intelligenza artificiale nell’istruzione, evidenziando come spesso si tratti di un’innovazione conservatrice che non affronta i reali problemi del sistema educativo.
Sezione 2: L’accademia e l’innovazione conservatrice
L’autore critica l’atteggiamento dell’accademia, intenta a teorizzare sull’intelligenza artificiale senza confrontarsi con le sue implicazioni concrete, come lo sfruttamento del lavoro nel Sud globale.
Sezione 3: La mercificazione della conoscenza
Viene criticata la mercificazione della conoscenza e la tendenza a creare percorsi di formazione superficiali e semplicistici per assecondare il bisogno di trivializzazione dei docenti.
Sezione 4: L’esempio delle mappe concettuali
L’autore, esperto di rappresentazioni grafiche della conoscenza, evidenzia come la banalizzazione e l’ignoranza abbiano portato alla diffusione di informazioni errate e superficiali sull’argomento, sia online che nei chatbot.
Sezione 5: Conclusione
L’autore conclude sottolineando l’importanza di un approccio critico all’intelligenza artificiale nell’istruzione, evidenziando i rischi di una banalizzazione dei contenuti e di un’ulteriore mercificazione della conoscenza.
Fonte 5: Niente di nuovo sul fronte artificiale | NUOVO PAVONERISORSE
Sezione 1: Introduzione
L’autore critica l’approccio accademico all’intelligenza artificiale, definendolo un’ “innovazione conservatrice” che non affronta le reali sfide etiche e sociali.
Sezione 2: L’innovazione conservatrice
Viene analizzata la tendenza dell’accademia a “inglobare” le nuove tecnologie senza metterne in discussione le implicazioni etiche e sociali, perpetuando le disuguaglianze esistenti.
Sezione 3: La mercificazione della conoscenza
L’autore critica la mercificazione della conoscenza, evidenziando come l’enfasi sulla pubblicazione di monografie e la partecipazione a convegni spesso prevalga sulla ricerca di soluzioni concrete ai problemi del sistema educativo.
Sezione 4: La trivializzazione dell’apprendimento
Viene criticata la tendenza a semplificare e banalizzare l’apprendimento, assecondando il “bisogno di trivializzazione” dei docenti anziché promuovere un approccio critico e consapevole alle nuove tecnologie.
Sezione 5: L’esperienza personale con i motori di ricerca e i chatbot
L’autore, esperto di rappresentazioni grafiche della conoscenza, condivide la sua esperienza personale con i motori di ricerca e i chatbot, evidenziando come spesso le informazioni fornite siano superficiali, incomplete o errate.
Sezione 6: Conclusione
L’autore conclude sottolineando l’importanza di un approccio critico e consapevole all’intelligenza artificiale nell’istruzione, invitando a non cedere alla tentazione della “trivializzazione” e a promuovere un uso etico e responsabile delle nuove tecnologie.
Fonte 6: Verso una prospettiva più matura?
Sezione Unica: Per un’innovazione tecnologica consapevole
Questo estratto evidenzia la necessità di un approccio più maturo all’innovazione tecnologica nell’istruzione, superando la dicotomia tra chi insegue acriticamente le novità e chi le rifiuta a priori. L’autore sottolinea l’importanza di un’analisi critica del passato per individuare punti di forza e di debolezza dei processi d’innovazione, al fine di massimizzare l’efficacia delle tecnologie digitali nell’apprendimento.”
Testimonianza B: “Critiche al concetto di innovazione
Diverse critiche sono state mosse all’innovazione tecnologica nella scuola italiana, come evidenziato dalle fonti fornite.
- Centralità dell’innovazione come fine anziché come mezzo: L’innovazione tecnologica è spesso vista come un obiettivo a sé stante, piuttosto che come uno strumento per migliorare l’apprendimento. Si tende a privilegiare l’adozione di tecnologie “nuove” a prescindere dalla loro reale utilità didattica [1-3].
- Mancanza di una visione pedagogica: Spesso l’introduzione del digitale nella scuola non è accompagnata da una solida riflessione pedagogica e da una chiara definizione degli obiettivi formativi. Si finisce per adottare tecnologie senza una reale comprensione del loro potenziale impatto sull’apprendimento [3-6].
- Logica di competizione e disuguaglianze: L’utilizzo di bandi di concorso per l’assegnazione di fondi e attrezzature digitali ha creato una situazione di disparità tra scuole. Alcune istituzioni si sono ritrovate ad essere all’avanguardia, mentre altre sono rimaste indietro, amplificando le disuguaglianze esistenti [7-9].
- Egemonia del pensiero neoliberista: L’introduzione del digitale nella scuola è stata spesso influenzata da una visione neoliberista dell’istruzione, che promuove la competizione, l’individualismo e l’adattamento al mercato del lavoro [8, 10].
- Difficoltà nell’utilizzo di software open source: Nonostante il software libero offra un’alternativa valida ai prodotti commerciali, il suo utilizzo nella scuola è ostacolato dalla mancanza di finanziamenti per lo sviluppo e la manutenzione di software educativi di qualità [11, 12].
- Riduzione della complessità dell’apprendimento: Si tende a semplificare eccessivamente i contenuti educativi per adattarli ai dispositivi digitali, rischiando di ridurre la complessità dell’apprendimento e di non fornire agli studenti gli strumenti critici necessari per affrontare la realtà [13-16].
- Dequalificazione dell’agire cognitivo: Si rischia di delegare ai dispositivi digitali compiti che dovrebbero essere svolti dagli insegnanti, come la valutazione degli studenti o la progettazione di percorsi di apprendimento, con il rischio di impoverire la relazione educativa e di ridurre la creatività [17, 18].
- Sovrastima del “nativo digitale”: La convinzione che le nuove generazioni siano “native digitali” ha portato a sottovalutare l’importanza di una formazione adeguata all’uso consapevole e critico delle tecnologie digitali [19, 20].
- Problemi di privacy e sorveglianza: L’uso di piattaforme digitali di proprietà privata nella scuola solleva preoccupazioni relative alla privacy degli studenti e alla possibilità di un uso improprio dei loro dati personali [6, 21-23].
Le fonti analizzate sottolineano la necessità di un approccio critico e consapevole all’innovazione tecnologica nella scuola, che metta al centro l’apprendimento degli studenti e la professionalità degli insegnanti, promuovendo l’uso di tecnologie aperte, eque e rispettose della privacy.”