Il Premio Livio Tempesta 2001 è stato assegnato all’IPSIA Castigliano di Asti, per il loro progetto di collaborazione con una scuola del Nord Est del Brasile. Nella breve cronaca del Prof. Doriano Azzena, l’emozione di ricevere il Premio in Quirinale dal Presidente della Repubblica, la visita in Vaticano e le parole chiave del progetto.
A lui e a tutti quelli che hanno lavorato per far diventare realtà questo progetto, vanno tutta la nostra ammirazione e stima.
Dopo due notti in autobus ed una in dormitorio a sorvegliare gli studenti, agitati per tradizione, non mi pare ancora vero: il presidente Ciampi ci ha
ricevuto in cerimonia ufficiale al Quirinale per consegnarci il Premio Nazionale “Livio Tempesta”; ancora più eclatante il suo discorso è stato tutto incentrato sulla rete. Proporrei il Presidente come consulente per il gruppo di lavoro del CSP.
Come se non bastasse il giorno precedente ci hanno invitato in Vaticano per una visita ufficiale al Segretario di Stato Cardinal Sodano.
E dire che eravamo partiti per costruire la rete unitaria delle favelas dell’isola di Sao Luis, stato del Maranhao, Brasile Nord-Est.
Descrivere in poche righe un’avventura che ci ha impegnato in modo quasi totalizzante per due anni e mezzo è compito arduo. Si potrebbero esaminare i
viaggi in Brasile, i successi, gli insuccessi, ma certamente risulterebbe molto difficile, se non impossibile, trasmette le sensazioni, le ansie, i
sentimenti che ci hanno accompagnato.
Dovendo sintetizzare questa avventura consideriamo essere stati fondamentali tre fattori: la centralità della scuola, la Provvidenza, la Comunicazione.
Centralità della scuola.
In una favela ai margini della foresta, alla mercè di miliardi di zanzare, delle piogge torrenziali, del caldo equatoriale, dove le case sono di fango,
prive di acqua potabile, fognature, energia elettrica dove la condizione di ragazza madre è quella abituale, la missione e la sua scuola costituiscono l’unico punto di riferimento per una popolazione che vive un’esistenza fatta di stenti, espedienti, violenza e senza prospettive. E’ bastato osservare i bambini a scuola, l’ordine, l’impegno, la serenità, l’allegria per capire
che in quel luogo si sta costruendo il futuro; abbiamo riscoperto il ruolo della centralità della scuola nella società.
La Provvidenza
Siamo partiti a Marzo 2000, dopo mesi di inutili tentativi di comunicazione per ottenere i dati necessari all’impostazione operativa del progetto.
Appena arrivati abbiamo focalizzato i principali problemi:
– Energia elettrica a 110 e a 220 V, prolungati sbalzi di tensione
– Trovare fornitori di materiale elettrico ed informatico
– Impossibilità di trasferire somme di denaro dall’Italia al Brasile senza l’avvenuta fatturazione del materiale
Dopo una giornata trascorsa nella vicina città di Sao Luis, alla ricerca di fornitori disposti a fornirci la merce, le fatture e pagamenti posticipati, ci siamo ritrovati la sera, frustrati e delusi, in un bar costituito da una
tettoia , qualche tavolo e qualche seggiola. Accanto a noi, dopo aver certamente ascoltato i nostri progetti e problemi, in un miscuglio di lingua portoghese, italiana ed Inglese, un signore si presenta come titolare di
un’azienda di materiale informatico e si dichiara disposto a condurre l’intera operazione con pagamenti posticipati, a patto di poter seguire l’aspetto sistemistico della costituenda aula. Senza questo incontro il progetto non sarebbe nemmemo cominciato. La Provvidenza manifestò diverse altre volte la sua presenza, a volte sotto le spoglie dei nostri generosi
sponsor e finanziatori, a volte proteggendoci dalle conseguenze delle punture delle zanzare – non avevamo effettuato la terapia antimalarica a causa della rapidità con cui avevamo deciso il viaggio.
La Comunicazione
Il testo seguente è tratto da un e-mail del Luglio 2000 di un missionario che vive in Mato Grosso, tra foreste, fiumi, coccodrilli, bambini, a migliaia di chilometri da Sao Luis luogo in cui abbiamo realizzato il laboratorio
informatico.
“Sono preoccupato con la situazione dell’informatica, non per moda, ma perché vedo che lo sviluppo tecnologico é perverso (e le possibilitá offerte
dall’INTERNET se da un lato migliorano molte cose – e di questo potremo discutere con piú calma quando voi verrete qui – d’altra parte possono – non
dico che sia inevitabile – condannare le fasce piú povere della popolazione a essere ancora una volta emarginate, visto che non hanno condizioni per
conoscere e usare il mondo del computer) e stá creando una popolazione di nuovi poveri: i poveri della comunicazione. Qui in Brasile sto accompagnando
lo sviluppo di un movimento (non so se sia presente anche in Italia – potremo discuterne – ) che si preoccupa di popolarizzare l’uso del computer
per le popolazioni di basso reddito… e anche per questo vi riceveró con piacere ancora maggiore.
padre Luís Binello
servo dos servos de Deus (Campo Grande- Mato Grosso)”
Nel nostro viaggio di Agosto 2000 siamo andati a trovarlo ed abbiamo ancora una volta avuto conferma che la Scuola deve conoscere, praticare e
diffondere il linguaggi del suo tempo, anche per poter recuperare e forse anche salvare i linguaggi del passato, fondamento di tutte le culture.
Dettagli tecnici
Abbiamo realizzato un laboratorio di informatica composto da 13 PC. La connettività verso l’esterno è garantita da un box linux che svolge anche
funzione di file server (Samba). Tutti i PC utilizzano W98 per compiti didattici e linux per compiti di amministrazione remota, nelle favelas in
genere non ci sono tecnici informatici.
Se qualcosa non funziona basta fare il boot con linux e da remoto riscriviamo la copia di W98, che avevamo salvato su linux, nella partizione Windows.
Per proteggerci dagli sbalzi di tensione abbiamo dotato tutti i PC di gruppo di continuità. Il collegamento telefonico corrisponde ad nostro buon 56.6K,
in assenza di pioggia, che da quelle parti è torrenziale.
Il futuro: Escolinha
A 30 min d’auto su quelle piste si trova un’altra scuola, più piccola, in una favela ancora più povera, anche a quei bambini vorremmo offrire un’opportunità, se ci date una mano ci riusciremo.
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Il progetto non e’ finito: la raccolta dei fondi continua, chi volesse contribuire puo’ mettersi direttamente in contatto con il prof. Azzena presso l’Ist. Castigliano, email: doriano_azzena@ipsiacastigliano.it