Pubblicato su Apogeo online venerdì 1 febbraio 2002
Anche le biblioteche hanno incominciato a studiare e accogliere gli e-book come un nuovo strumento per la conoscenza e stanno arricchendo i propri cataloghi con queste nuove forme di libro. Negli Stati Uniti come in Europa.
Sono infatti già un centinaio negli Stati Uniti le biblioteche in cui i libri elettronici hanno fatto il loro ingresso, anche se il prestito d’uso degli stessi non è ancora ben definito a causa delle difficoltà in termini di protezione dei diritti di autore e degli interessi economici delle case editrici.
Le sperimentazioni nelle biblioteche sono state affiancate da indagini sul gradimento del pubblico, che è risultato dappertutto molto alto. Nella maggior parte dei casi vengono dati in prestito proprio i dispositivi fisici per poter scaricare e leggere i contenuti digitali.
Si tratta comunque ancora di un fenomeno esiguo anche perché si attende l’affermazione di più certi standard tecnologici. Le case editrici inoltre impongono severe regole per l’utilizzo degli e-book nelle biblioteche perché un’opera digitale acquistata dalla biblioteca non può essere scaricata su tanti device diversi per cui in realtà gli utenti non possono prenderla in prestito contemporaneamente o usare i loro palm o lettori e-book per accedere al servizio. In effetti poiché il mezzo presuppone la non necessità di recarsi fisicamente in biblioteca, basterebbe creare un opac di titoli di e-book dotato anche dei testi per entrare in fortissimo conflitto con le librerie on line, che invece intendono vendere gli stessi contenuti digitali via Internet, e in generale con i produttori dei libri.
Il vice presidente dell’Association of American Publishers sostiene che sia necessario trovare una soluzione. RosettaBooks, una piccola società di e-book di New York propone nuove formule per le biblioteche e sistemi di abbonamento ai contenuti editoriali in luogo del pagamento per ogni singolo articolo (stile Napster dopo la riapertura).
Un ricco elenco di biblioteche che hanno provato questo genere di sperimentazione si trova sul sito Internet curato da Chris Rippel del sistema bibliotecario del Kansas. Dai dati raccolti emerge che i dispositivi più usati per il prestito sono Softbook e Rocket eBook (anche Gemstar REB 1100 e 1200). Normalmente le biblioteche hanno da 5 a 15 dispositivi disponibili. Sono già oltre cento negli Stati Uniti, alcune in Australia e Canada e, per quanto riguarda l’Europa, soprattutto nei paesi nordici.
Un altro progetto molto interessante è quello di Susan Gibbons Electronic Book in Libraries Evaluation Project, che prevede diversi studi e una newsletter bimensile per gli addetti ai lavori. Il progetto è sostenuto dalla University of Rochester e studia l’uso degli e-book nei servizi al pubblico e la diffusione degli audio e-book in mp3. Susan Gibbons sta mettendo in piedi un progetto teso a mettere in rete tutti i titoli e i testi per e-book, come il già avviato sistema Audible.com che raccoglie tutti gli audiolibri in mp3.
Un alto sito interessante è quello della fase 2 della americana Digital Library Initiative (la prima fase era stata dal 1994 al 1998), che raccoglie diversi progetti sulle biblioteche digitali. Queste ultime sono una cosa diversa dalla sperimentazione di e-book nelle sedi tradizionali, ma si basano anche esse sul concetto di libro elettronico. Il sito è un buon punto di partenza per capire come questo mondo è affrontato oltreoceano, ma l’esplorazione non deve saltare il Progect Gutenberg, la più grande biblioteca digitale del mondo, lanciato da Michael Hart negli anni settanta per costruire un più democratico accesso alla letteratura.
In Italia non ci sono ancora molte sperimentazioni, ma si segnalano alcuni progetti. Prima fra le università italiane, a partire dall’aprile 2001 l’Università della Tuscia ha avviato la sperimentazione del formato e-book come strumento per la pubblicazione di testi legati alla didattica, alla ricerca, alla vita universitaria, ma anche a collaborazioni con altri enti e istituzioni culturali. Il progetto è stato anche presentato all’ultima edizione del congresso nazionale dell’AIB (associazione italiana biblioteche), Bibliocom 2001, che si è svolto a Roma nel mese di ottobre.
Pubblicato su venerdì 1 febbraio 2002