Pubblicato su “la Repubblica” ed Torino del 3 settembre 2002
Le scuole piemontesi nel mirino del ministro alla Pubblica Istruzione Letizia Moratti sono 156, diciotto solo nel comune di Torino, quarantacinque nella provincia. Tutti istituti che, in numeri, hanno un rapporto tra studenti e professori superiore a 9,2 (per ogni nove ragazzi c’è un insegnante) e che potrebbero essere oggetto di ridimensionamento come ha riferito la direttrice scolastica regionale, Marina Bertiglia.
Secondo l’elenco anticipato e diffuso dalla Cgil, a Torino la maggior parte delle scuole inserita nella “lista nera” del ministero sono elementari, medie e istituti tecnici. Mancano all’appello i licei classici e gli scientifici. Quattro gli istituti professionali per l’industria e l’artigianato a rischio: il Gobetti Marchesini, il Birago, il GalileiAmaldi e il Plana. L’istituto d’arte Passoni e le superiori Bodoni. Nell’elenco anche gli istituti tecnici industriali: Russel, Casale, Levi, Grassi e Ferrari. Il liceo artistico Cottini. Queste scuole nei prossimi mesi saranno “sorvegliate” dal ministero: dove il rapporto tra alunni e docenti è eccessivamente ridotto, l’istituto non è efficiente e non rende abbastanza.
Molti insegnanti significa soprattutto costi elevati anche nelle medie e nelle elementari. Ecco quelle che potrebbero subire un intervento di tagli a Torino: Lessona, Pacchiotti, Novaro, TorinoCena. E quelle nella cintura: Moncalieri I, GrugliascoKing. Sempre a Moncalieri l’istituto superiore Marro e il tecnico industriale Pininfarina superano i parametri stabiliti dal ministero dell’Istruzione. E ancora: il Majorana di Grugliasco, il Maxwell e l’Erasmo da Rotterdam di Nichelino, l’Europa unita di Chivasso, il Dalmasso di Pianezza. «Preoccupa il fatto spiega il sindacato che l’elenco sia costituito sostanzialmente da scuole fuori dai grandi centri.
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