Pubblicato su Corriere della Sera giovedì 24 ottobre 2002
Laboratorio di esperti «trasversali» per costruire un sistema educativo che resista ai cambi di governo. Il piano prevede 8-10 anni per andare a regime.
I «congiurati» si vedono la sera, a cena. Tutte le volte che possono. Altrimenti comunicano via Internet, i testi «sovversivi» si affacciano di notte sui monitor dei pc di casa, accolti da fumo di sigarette e occhiaie da superlavoro. Ma vanno avanti. Ormai da 8 mesi.
Un nome vero e proprio non ce l’ hanno: sono «quelli del buon senso». Attenti a pensarli come una setta segreta, però. Anzi, sono aperti ad ogni tipo di contributo.
Esclusi parlamentari in carica, i membri del governo e i dirigenti dell’ìamministrazione scolastica «per non metterli in imbarazzo». Perché il compito che si sono dati è di quelli al limite del proibitivo: pensare una riforma complessiva della scuola che regga al mutare delle maggioranze, che prenda le cose migliori dei tentativi finora messi a punto dai governi di centrosinistra e dal governo di centrodestra e le assembli per approdare a un progetto finalmente organico, basato su punti essenziali condivisi.
Tempi previsti? Otto-dieci anni perché vada a regime, 15 a voler essere pessimisti. Poi, però, sono sicuri che l’Italia avrà finalmente un sistema integrato istruzione-formazione al passo con i tempi. A cimentarsi nell’ impresa sono esperti di primo piano del mondo scuola. Studiosi cosiddetti «bipartisan», ovvero di centrodestra e di centrosinistra. Ecco perché si muovono da «carbonari»: devono agire in uno dei settori più ideologizzati della nostra società. Dove se «non sei dei nostri sei per forza un nemico e con un nemico non si collabora. Da una parte e dall’altra», come dice Luisa Ribolzi, docente di Sociologia dell’ Educazione all’ università di Genova, simpatizzante del centrodestra. Lei e Vittorio Campione, ds, già segretario particolare di Luigi Berlinguer al ministero dell’Istruzione, sono all’ origine dell’ iniziativa.
«Tutto cominciò con un cappuccino al bar, poi una cena con altri amici e da allora si va avanti, tra incontri ed e-mail. Nessuno ci finanzia nè ci finanzierà», racconta la Ribolzi. Ma chi sono gli «amici di Vittorio e Luisa»? Ci sono i due pedagogisti Roberto Maragliano (coordinatore della commissione Saggi di Berlinguer) e Giuseppe Bertagna (coordinatore del gruppo di lavoro della riforma Moratti). Sono «il diavolo e l’ acqua santa – scherza la Ribolzi – eppure dialogano dando al gruppo un contributo estremamente ricco». Ci sono tra gli altri l’ ex deputata ds esperta di scuola Claudia Mancina, il responsabile scuola di Cl Franco Membrini, Paolo Ferratini del Mulino e il consigliere di Stat o Alessandro Pajno, già collaboratore del governo Prodi, il filosofo della scienza Silvano Tagliagambe, collaboratore sia di Berlinguer che della Moratti.
Il Corriere, a cominciare da oggi con l’articolo di Campione e Ribolzi, ospiterà gli interventi di alcuni di loro, rigorosamente a «doppia firma bipartisan». Tra i temi la scuola pubblica e quella privata, i contenuti dell’ istruzione, le influenze della riforma federalista sulla scuola. La speranza è che «le nostre idee moderate, oggi sinoni mo di rivoluzionarie, siano seguite», spiega Campione e «il buonsenso prevalga sulla faziosità» dice la Ribolzi. Senza dimenticare che «per chi fa il grillo saggio di Pinocchio c’ è sempre la possibilità che arrivi un martello…». Enrico Caiano 8 Se condo gli esperti di Polo e Ulivo è il numero di anni minimo perché una riforma della scuola marci a pieno regime 16 Gli anni di scuola della riforma Moratti: scuola per l’infanzia (3), primaria (5), secondaria (3), liceo o professionale (5).
Pubblicato su giovedì 24 ottobre 2002
Se vuoi ricevere settimanalmente questa ed altre notizie abbonati alla lista di distribuzione Rassegna Stampa!