Repubblica del 19 ottobre 2005 pubblica una vignetta di Bucchi assolutamente stupenda.
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Ne sono possibili almeno due letture. Una è evidente, ed ironizza sull’incapacità di rispondere in modo davvero efficace e rassicurante all’emergenza sanitaria (o mediatica?). L’altra, forse non nelle intenzioni originarie dell’autore, mi ricorda un personaggio che mi sono, ahimé, rassegnato ad incontrare – sotto spoglie di volta in volta diverse, ma portatore sempre dello stesso ieratico messaggio – pressoché tutte le volte che si discute a proposito dell’uso delle TIC in qualsiasi contesto e con qualsiasi scopo, l’opensourcista-integralista-qualsivogliacosista, che, spesso con un sorriso sarcastico sulle labbra ed l’espressione un po’ snob di chi fa parte del gruppo di eletti che conoscono la panacea metatecnosociocultintelletglobosolidfinale, interviene e fa esattamente la proposta riportata nella vignetta, in genere negli stessi termini apodittico-totalitari.