Sono reduce dal convegno sull’open content e le Creative Commons Licenses (http://www.creativecommons.it/ccit2005/programma_new.html). Ho assistito solo a parte della mattinata, perché contavo sullo streaming.
Il server deve essere però crollato proprio durante i lavori (riporto qui il messaggio ricevuto “Sorry! streaming.polito.it and www.creativecommons.it suffered a system/hardware failure. This is a backup configuration. * rtsp://streaming.polito.it:8554/ccit2005live.sd [AUDIO/VIDEO 352kbps] * rtsp://streaming.polito.it:8554/ccit2005live_a.sd [AUDIO 96kbps]”. Ho cliccato un po’ di volte sui link, ma poi ho rinunciato.)
La ragione per non cadere in facili entusiami non risiede soltanto in una certa corrispondenza dell’affidabilità alle promesse: è proprio necessario, come molti relatori (ma adesso si dice “speakers”, deve essere più aperto) hanno fatto, sottolineare che la collaborazione ed il lavoro comune sono elementi di (maggiore) competitività dei sistemi, dei territori, dei Paesi? è spiacevole veder rientrare dalla porta quanto fatto faticosamente uscire dalla finestra (notare il fine gioco di parole con window), ovvero il pensiero unico, mercantilista.
La competizione è radicata nel DNA dell’informatico pigiatasti così come la battuta pronta e i bei vestiti sono nel DNA dei commerciali, non c’è niente da fare. Anche nel primo computer club di Italia di 20 anni fa eravamo già in competizione tra Apple, Commodore e Sinclair. Una differenza importante però c’era: ci ritrovavamo sotto lo stesso tetto fianco a fianco e la nostra conoscenza si apriva a tutti i sistemi valorizzandone pregi e difetti in maniera consapevole e non ideologizzata.
Ora i computer club non esistono più ma esistono gli user group, spesso con una visione puntiforme ed ideologizzata della realtà . Ecco perchè sarebbe ora di finirla con i predicozzi sull’affidabilità sulle prestazioni e sulla competitività e poi anche i sistemi closed source sono frutto di collaborazioni internazionali e lavoro comune…ci avevate mai pensato?
Torno sui cerative commons. Sulla giornata
Sarà OT ma tant’è
Io ho presenziato al convegno solo al pomeriggio putroppo in particolare al panel sull’editoria e l’atmosfera che si respirava era deciasamente bella,copme non loera da tempo ai convegni sulle ICT. a mio parere streaming o non streming, valeva la pena di essere presenti.
Sarò idealista ma io nella collaborazione e in questi temi ci credo e voglio continuare a crederci
Segnalo solo un piaio di risorse interessanti sull’Open Access emerse dalle diverse presentazioni
Aepic
e
Popi