ASL (come la “Mutua”), il nuovo acronimo di Alternanza Scuola Lavoro promette miracoli: 400 o 200 ore di esperienza diretta per padroneggiare un vero mestiere, per imparare “a bottega” come si faceva nel rinascimento, per toccare con mano il mondo del lavoro, per vivere l’officina e il laboratorio non come un passatempo ma come il luogo fondante di tutta una vita. Mettersi alla prova, imparare da chi ha esperienza, utilizzare attrezzature vere e non simulate, costruire qualcosa di concreto in un contesto reale facendo a meno della solita lezione in classe.
Condivido pienamente gli obiettivi e i principi fondanti di un simile impegno per la scuola superiore, come potrebbe essere altrimenti? I migliori scienziati, artisti, industriali e inventori sono cresciuti e si sono formati proprio con queste modalità! Pensateci bene: non esiste un genio, uno scienziato, un artista che non si sia formato senza un garage, una cantina, un laboratorio, un atelier, una bottega, una officina, un oratorio, un teatro, uno studio. Prima ancora di un mentore ci vuole un ambiente di apprendimento adatto! Steve Jobs, Guglielmo Marconi, Leonardo Da Vinci, potremmo giocare a citarne altri mille, fate una ricerca in rete e vedrete che è sempre così: nella giovinezza di un genio c’è sempre un ruolo fondamentale di un garage, un laboratorio, una bottega.
Il problema è che 400/200 ore sono davvero tante, gli studenti coinvolti tantissimi e le aziende molto poche! Crisi, tasse, globalizzazione, banche e burocrazia, in questi ultimi 20 anni, hanno fatto strage di botteghe e aziende. E allora? dove mandiamo i ragazzi?
Ecco allora che dalla fantasia azzeccagarbugli tipica Italiana sta nascendo qualsiasi tipo di invenzione: L’importante non è tanto “mandare a bottega” il ragazzo ma “certificare” le 400 ore.
Stanno, infatti, arrivando alle scuole molte offerte se non addirittura veri e propri “cataloghi” di attività scuola-lavoro pronti per l’uso. Pacchetto completo, ore certificate, coscienza a posto! Tanto per citare alcuni argomenti: visite guidate, musei, seminari, economia, lavoro, tecnologia, competenze digitali, cittadinanza, educazione imprenditoriale, startup e chi più ne ha più ne metta. Purtroppo si tratta sempre e solo di seminari e visite guidate, format già pronti da anni a cui è stato appiccicato il nuovo motto ASL.
Fortunatamente esistono scuole che realizzano seriamente una eccellente alternanza scuola lavoro, magari anche da sempre per indirizzo e tradizione. Per le altre scuole, però, il rischio concreto è di non offrire una attività reale: niente azienda e niente esperienza diretta del mondo del lavoro bensì tanti seminari, incontri, conferenze, streaming e visite dove qualcuno ci racconta “il mondo del lavoro” e poi qualche attività che i ragazzi faranno in classe per scimmiottare e simulare “il mondo del lavoro”. Al posto dell’impresa abbiamo l’Apoteosi della lezione frontale!
Come una supernova prima dell’implosione, la lezione frontale dilaga, sbraca, ingloba e brucia tutto quello che ha intorno!!! E così agli studenti rimane sempre il solito spettacolo: seduti a un banco, in un aula o in un auditorium con il telefonino in mano e qualcuno che parla da solo con delle slide su uno schermo, laggiù in fondo all’orizzonte, lontano dai loro pensieri.
Se davvero ci mancano le aziende e non sappiamo come fare; ma giustamente non vogliamo l’alternanza “della Mutua” apriamo a scuola un FabLab. In un FabLab ben gestito non ci sarebbe bisogno di obbligare i ragazzi a partecipare a qualche noiosissima conferenza e avremmo il problema opposto di doverli mandare a casa la sera a dormire!
Purtroppo le aziende non sono incentivate a cercare i ragazzi: la riforma potrebbe integrare l’incontro tra domanda e offerta attraverso delle defiscalizzazioni.